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Le immagini da Terrazza Colombo hanno ripreso lo spettacolare fenomeno. Ecco come si formano gli arcobaleni
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GENOVA - Uno spettacolare arcobaleno ha colorato il cielo di Genova. Dopo la pioggia di questo lunedì ecco comparire un perfetto arcobaleno che le telecamere di Primocanale posizionate in cima a Terrazza Colombo hanno immortalato l'affascinante fenomeno ben visibile in direzione Portofino con il cielo grigio e la luce del sole verso il tramonto nel lato opposto a rendere unico il cielo sopra Genova.

Ma come si forma l’arcobaleno? Si tratta di un fenomeno ottico costituito da tanti minuscoli "prismi" (le gocce d'acqua) che danno luogo ad uno spettro quasi continuo di luce nel cielo laddove la luce stessa del Sole attraversa le gocce che si trovano in sospensione dopo o durante un temporale, o presso una cascata o una fontana. La luce solare si disperde e viene riflessa e rifratta all'interno delle gocce d'acqua e ne vediamo il risultato (l'arcobaleno, appunto) quando intercettiamo con i nostri occhi i vari raggi colorati. Questo avviene quando ci poniamo con un'angolazione di 40/42° rispetto alla direzione dei raggi che incidono sulle gocce. Per questo vediamo l'arcobaleno quando il Sole è alle nostre spalle. Per la stessa ragione l'arcobaleno non ha un luogo fisico, è un fenomeno "evanescente" che si manifesta ai nostri occhi solo quando ci troviamo nella posizione suddetta. Se ci spostiamo (e/o si sposta l'insieme delle gocce), si "sposta" anche lui, perché "cambia" il luogo dei punti nello spazio dal quale vediamo provenire i raggi dello spettro.

Più in dettaglio, la quantità di luce che viene rifratta dipende dalla sua lunghezza d'onda, quindi dal suo colore. Ad esempio la luce blu (onde più corte) viene rifratta con un angolo maggiore di quella rossa. Seguiamo cosa succede, concentrandoci solo su questi due colori, per gli altri valgono gli stessi ragionamenti: il raggio di Sole, che ci appare bianco e che ci arriva "da dietro", raggiunge la goccia, vi entra e viene scomposto nei vari colori, con il blu che viene "piegato" maggiormente rispetto al rosso. Ora, entrambi vengono in parte riflessi come in uno specchio all'interno della goccia stessa e così attraversano nuovamente la goccia uscendone fuori.

Il risultato finale è che il raggio blu ne esce con un angolo di 40° rispetto al raggio bianco iniziale, mentre il rosso con 42°. Per vederli dobbiamo trovarci in questa posizione e quello che osserviamo è che la luce rossa appare più alta nel cielo, formando i colori esterni dell'arcobaleno. La luce dietro alle gocce di pioggia non va in riflessione interna totale e un po' di luce emerge dal retro; tuttavia, la luce che viene fuori dal retro della goccia è troppo debole per formare arcobaleni percettibili. Vediamo un arco di cerchio (e se va bene anche un intero semicerchio) in quanto il luogo dei punti in cui accade quanto appena descritto è geometricamente simmetrico rispetto a noi. In ogni caso risulta tutto più chiaro osservando anche le figure, dove mostriamo anche come si può avere l'arcobaleno secondario.