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L'andamento registra una picchiata di banconote e monete a favore dei pagamenti elettronici. Produrre il contante costa al nostro Paese 7 miliardi
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GENOVA - "In Italia i pagamenti digitali si stanno espandendo moltissimo, come nel resto d'Europa. La media italiana per i pagamenti i contante è scesa abbondantemente sotto l'80% per le transazioni minute (eseguite dai cittadini per pagamenti di piccolo o piccolissimo importo), quindi il resto viene fatto in pagamenti digitali, il trend è in grande crescita". A dirlo è Claudio Impenna, capo Servizio di Supervisione dei Mercati e del sistema dei pagamenti Banca d'Italia, ai margini della seconda tappa del convegno "In viaggio con la Banca d'Italia", un appuntamento organizzato dall'istituto di credito per promuovere la cultura finanziaria con cittadini e imprese. "Le autorità promuovono l'utilizzo di strumenti elettronici perché sono più sicuri - spiega ancora Impenna - e perché il contate ha un costo molto elevato. Solo per l'Italia parliamo di 7 miliardi di euro: non c'è solo la produzione ma anche trasporto, stoccaggio e assicurazione. Non è vero che il contante è senza costi e in qualche modo questi costi vengono ribaltati sul consumatore finale".

Secondo Impenna "la sfida è quella di diffondere i pagamenti digitali e abbassarne il costo unitario, che si è già molto ridotto in Italia e in Europa" ma "i pagamenti in contanti sono ancora molto alti per abitudine e per cultura", oltre all'anzianità della popolazione, ed è "cruciale il ruolo delle associazioni dei consumatori, la pressione che viene dal basso oltre a quello delle banche e i circuiti di pagamento". Ma la nuova frontiera saranno i pagamenti instant, che "negli ultimi 2-3 anni hanno visto anche grossi investimenti da parte delle banche centrali. Inoltre noi come Banca d'Italia gestiamo la struttura Europea che regola i pagamenti istantanei in euro".

 

Banca d'Italia vuole aprire le sue conoscenze a tutti: "Sono in corso già dei laboratori di educazione finanziaria rivolta ai giovani e domani proseguiremo con un'iniziativa rivolta agli studenti universitari - racconta Daniela Palumbo, direttrice della sede di Genova della Banca d'Italia -. L'attività di educazione finanziaria in genere è un'attività che svolgiamo a livello locale da molti anni soprattutto con le scuole ma noi vogliamo fare educazione finanziaria anche agli anziani per avvicinarli a questi sistemi innovativi proteggendoli dai rischi, che ci sono sempre e per questo bisogna conoscerli e prevenirli". L'attenzione sui rischi riguarda soprattutto "bitcoin e cryptovalute. Sono strumenti innovativi, le persone percepiscono le possibilità di guadagno ma non sempre i rischi" spiega Magda Bianco, capo dipartimento della Tutela clienti ed educazione finanziaria della Banca d'Italia, che consiglia di "valutare sempre prima di fare una scelta finanziaria e informarsi che ormai è abbastanza facile, noi per esempio abbiamo un sito che si chiama 'economia per tutti' e ci sono tante informazioni anche su questi strumenti, così si può agire con più consapevolezza".

Secondo il presidente e Ad di Rina Ugo Salerno in questo convegno "si parla dei temi più attuali: sostenibilità e digitalizzazione, come la finanza può aiutare l'evoluzione del Paese nella maniera giusta, temi molto ampi per cui non basterà una giornata ma è importante avviare un dialogo con imprese, cittadini e istituzioni". Il presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio sottolinea il fatto che Genova sia la prima città del nord Italia dove Banca d'Italia ha svolto il suo convegno (la prima è stata Bari) "dimostra una certa attenzione. Ci sembra un momento in cui Genova ha qualcosa da dire sul piano del fare e che la Banca d'Italia cerchi un'interlocuzione con la comunità mi sembra molto importante", poi la chiosa sul contante: "Non abbiamo nulla contro il contante in una misura ragionevole, veder volare biglietti da 500 euro preoccupa".

 

 

 

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