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GENOVA - Nella notte fra il 5 e 6 maggio 1860, sotto il comando di Nino Bixio un gruppo di garibaldini si impadronì del Piemonte e del Lombardo e, simulando come da accordi con Fauché, il furto (anche con la connivenza delle autorità piemontesi), salpò dallo scoglio di Quarto verso la Sicilia, dando inizio alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. A 163 anni di distanza la città di Genova ricorda la 'Spedizione dei Mille'.


Quel giorno di 163 anno fa a Quarto, verso le dieci di sera Garibaldi, salito in barca per ultimo con Turr, Sirtori, alcuni ufficiali ed il Bandi, subito dopo ordina alla barca di rientrare a terra ordinando al Bandi di tagliare le linee del telegrafo non appena avvistati i due vapori.

La barca di Garibaldi andò quindi a unirsi alle altre che già attendevano a circa mezzo miglio dalla riva, con una flottiglia di scialuppe piene di volontari, per attendere l’arrivo dei due vapori, mentre il resto dei volontari attendeva il ritorno delle scialuppe per un nuovo imbarco, in quanto le scialuppe non erano sufficienti per contenere tutti i volontari.

In mezzo alla flottiglia di imbarcazioni davanti a Quarto, in attesa dei due vapori con a bordo il grosso dei volontari già imbarcati alla Foce del Bisagno, c’era una barca con un fanale a fiamma rossa e verde, segnale di riconoscimento per il Piemonte e il Lombardo e nonostante la bonaccia, durante la lunga attesa notturna in barca il dondolio delle onde aveva provocato in molti il mal di mare, con l’attesa che si faceva sempre più penosa, perché i garibaldini erano stipati al massimo dentro le barche. 

Per ritardare il più possibile l’annuncio della notizia al governo borbonico, Garibaldi aveva disposto di effettuare tre tagli della linea telegrafica, il primo di notte ai Giardini pubblici di Genova, il secondo a Quarto (eseguito dal gruppo di Bandi) e un terzo nelle vicinanze di Camogli. I tagli vennero eseguiti ai Giardini e a Quarto, ma inutilmente, in quanto i borbonici erano già informati del progetto di spedizione ancora prima che questa salpasse e il giorno prima della partenza le navi della Real Marina del Regno delle Due Sicilie si preparavano ad intercettare i due piroscafi garibaldini. La sosta a Talamone e la rotta verso le coste africane servirono a nascondere meglio la navigazione alla flotta borbonica.