
GENOVA - È boom di assunzioni a Genova, dove in primavera sono previste 6.450 assunzioni, 250 in più rispetto ad aprile 2022 e 1.490 in più del 2021. Il problema della mancanza di lavoratori è però sempre attuale: secondo il bollettino Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in accordo con Anpal per monitorare i fabbisogni occupazionali delle imprese dell'industria e dei servizi, in 1 caso su 2 le imprese genovesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, principalmente per scarsità di candidati (33%).
In Liguria le entrate programmate nel mercato del lavoro sono 13.380, 980 in più del 2022 e 5.350 in più del 2021. Al primo posto tra le professioni più ricercate dalle imprese genovesi troviamo 1.160 posti per addetti nelle attività di ristorazione (di cui il 52% difficile da reperire), 670 posti per personale di pulizia (42%), 500 addetti alle vendite (34%), 310 tecnici della salute (79%), 260 addetti alla segreteria e agli affari generali (29%).
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Tra le figure più difficili da reperire, le imprese genovesi segnalano, in ordine di difficoltà: operai specializzati nelle lavorazioni alimentari (98% difficili su 50 richieste), tecnici della salute (79% difficili su 310 richieste), marinai di coperta (76% su 30 richieste), operai specializzati nelle nell'installazione/manutenzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (74% su 60 richieste) e conduttori di veicoli a motore (70% su 150 richieste).
Il settore dei servizi, nel complesso, assorbirà l'84% delle entrate previste a Genova così suddivise: 1.670 lavoratori nei servizi alle imprese, 1.520 nel turismo, 1.500 nei servizi alle persone e 730 nel commercio. Il 64% delle assunzioni riguarderà imprese con meno di 50 dipendenti. Nel 24% dei casi viene offerto un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, +3% rispetto a un anno fa mentre nel 76% un contratto a termine Il 35% dei nuovi assunti saranno giovani con meno di 30 anni.
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Il 22% delle entrate è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota superiore alla media nazionale che si ferma al 20%), il 46% a impiegati e professioni commerciali (40% a livello nazionale), il 16% a operai specializzati e a professioni non qualificate (media Italia per operai specializzati 25%, per professioni non qualificate 15%). Al 35% dei lavoratori previsti in entrata è richiesta l'istruzione secondaria, al 17% la laurea e al 15% la qualifica o diploma professionale; al 33% non viene richiesto un titolo specifico al di là della scuola dell'obbligo.
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