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È arrivata dalla Turchia, poi è salita su un gommone, insieme ad altre 50 persone, che l'ha portata in Grecia, dove è stata per diverso tempo nel campo profughi di Lesbo
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GENOVA - Nel giorno in cui il Governo Meloni si è trasferito a Cutro per il Consiglio dei Ministri, nel luogo dove si è consumata una vera tragedia umana, la Comunità di Sant'Egidio festeggia i suoi 55 anni di vita. Sono al momento oltre 70 le vittime del naufragio, tra loro neonati, bambini, ragazzi, donne e uomini. Clarisse, una giovane donna di origini camerunensi, ha raccontato la sua storia, il suo percorso di dolore e di rivincita che l'ha portata, da due anni, in Italia, a Genova. Clarisse è arrivata dalla Turchia, poi è salita su un gommone, insieme ad altre 50 persone, che l'ha portata in Grecia, dove è stata per diverso tempo nel campo profughi di Lesbo.

"La mia vita non è stata facile, ho lasciato il mio Paese per raggiungere l'Italia attraverso corridoi umanitari. Adesso sono qui con la mia bambina Inia - racconta Clarisse -. Oggi mi preme dire alcune cose: tanti come me sono stati salvati, tanti invece sono in attesa e altri ancora non ce l'hanno fatta, come coloro che hanno perso la vita nel naufragio di Cutro. Mi auguro che si possa incentivare il salvataggio e l'accoglienza di chi fugge da situazioni insostenibili, come chiede Papa Francesco.

La mia speranza è che le cose si possano superate insieme, tutti insieme, dando serenità e una prospettiva di vita migliore. Ora vivo con mia figlia, spero che presto mi possa raggiungere anche l'altra mia figlia. Ho un lavoro e una sicurezza grazie alla famiglia costruita nella Comunità di Sant'Egidio. Ho sentito forte il bisogno di aiutare gli altri, insegno lingua francese e inglese alle persone che faticano. Ringrazio il Signore e tutti voi amici in questo giorno di festa, grazie alla Comunità di Sant'Egidio e buona festa a tutti".

Una storia che emoziona, che fa riflettere, soprattutto quando ancora, nelle acque di Crotone, si cercano i corpi di coloro che speravano in una vita migliore e che invece hanno incontrato la morte. Investire sull'accoglienza, sana, positiva, è stato questo il messaggio che ha voluto mandare Clarisse, nel giorno in cui la "sua famiglia" ha soffiato 55 candeline. 

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