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LA SPEZIA - La Liguria è nella morsa della siccità che sta rendendo la vita difficile a tutto il nord Italia. Ma a lanciare un grido d'allarme non sono solo le categorie che lavorano sulla terra ferma, perchè a sentire la mancanza dell'acqua piovana è anche il mare. Il mondo dei miticoltori, allevatori di muscoli, vive nel terrore di una nuova estate 2003, rimasta famosa per le perdite del settore.

Dopo l'allarme lanciato già nel 2022, ai microfoni di Primocanale, direttamente dal mare, il presidente della Cooperativa Mitilicoltori Associati Paolo Varrella torna a raccontare i problemi che affliggono il mondo dei muscoli, prelibata specialità spezzina ora a rischio a causa delle orate pazze: "Il problema delle orate è iniziato lentamente da diversi anni, più o meno da quando sono iniziati gli allevamenti di pesce in Italia. Nel 2018 c'è stata la catastrofica mareggiata dove diversi allevamenti, dal Tirreno al mar Ligure, hanno rilasciato in mare aperto milioni di orate e branzini. Proprio queste orate, negli anni, si sono anche riprodotte e sono cresciute".

Complice della "extra" voracità di questi pesci è la temperatura del mare, conseguenza dei cambiamenti climatici: "Stiamo registrando con i sensori che abbiamo una temperatura media del mare sempre più alta e soprattutto ci sono degli sbalzi di temperatura durante la primavera e l'estate che praticamente aumentano, accelerano il metabolismo di queste orate, che diventano molto più voraci e molto più affamate e mangiano in continuazione".

Danni milionari per la categoria che ora chiede più attenzione e una soluzione:

"In questa stagione, nel 2022, siamo sicuri di aver perso almeno il 70% del prodotto. Ci sono delle ditte che non hanno portato a casa niente"

E mentre la denuncia, l'anno scorso, era arrivata insieme alla bella stagione, nel 2023 i problemi sono iniziati ancora prima. "Tra l'altro è veramente un comportamento molto atipico il fatto che in inverno, con una temperatura del mare di dieci gradi, le orate mangino così tanto, perché di solito iniziavano a mangiare nella primavera inoltrata e finivano in autunno, mentre invece qui stiamo vedendo che c'è un anticipo della stagione predatoria. È un disastro".

 

 

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