GENOVA - "E' una guerra che continuerà ancora a lungo". Così a Primocanale il genovese Andrea Margelletti presidente del centro studi internazionali in occasione del primo anniversario della guerra in Ucraina con l'invasione russa.

"Il dato importante è che i russi, nel discorso che ha fatto il presidente Putin alla Federazione, continuano a non dare alcuno spiraglio a un dialogo e ricordiamoci che l'onere della trattativa non sta a chi ha attaccato, ma sta a chi attacca sta all'invasore. Credo quindi purtroppo che avremo ancora molti mesi di guerra, di questo ovviamente mi auguro sinceramente di sbagliarmi, ma avremo molti mesi ancora di lutti e di dolore".
Una settimana che ha visto prima la visita del presidente americano Joe Biden e il giorno dopo del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. "Per quanto attiene alla visita del Presidente degli Stati Uniti e del Presidente del Consiglio italiano hanno riaffermato quello che è in pratica quello che si sapeva, cioè la coerenza di governi in linea con la difesa delle democrazie e dei diritti umani. Questo è dei diritti fondamentali, perché la lotta dell'Ucraina, come credo molte persone, è assai più autorevoli di me abbiano più volte sottolineato, è la lotta per ciò che siamo e non per quello che abbiamo".
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In questo ultimo periodo si continua a parlare di quello che potrebbe accadere, cioè di un coinvolgimento più generale che non sia solo Russia e Ucraina. "Io sono purtroppo su questo punto molto pessimista dall'inizio sono un po' le mie posizioni, sono ben note e pubbliche: questo conflitto ha dentro di sé tutti i germi per generare un conflitto europeo molto più ampio. E' bene far passare un messaggio: è incredibile che a un anno di distanza, alcune persone ancora o molte persone abbiano delle ambiguità. Noi non siamo in questa situazione, con il rischio di una guerra più ampia perché stiamo aiutando gli ucraini. Noi siamo in questa situazione perché i russi hanno invaso l'Ucraina perché altrimenti rischiamo di perdere la bussola su quello che è logico e illogico, ma soprattutto tra quello che è giusto e sbagliato".
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IL COMMENTO
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