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La ricerca affidata alla Fondazione Auxilium presso presso parrocchie, enti ecclesiali, istituti religiosi e fondazioni
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Gli indicatori di queste settimane confermano purtroppo un quadro che si va aggravando in modo drammatico: sono migliaia le famiglie che non riescono a far fronte alle spese di mantenimento della casa in cui abitano, mentre l'edilizia popolare non riesce ad assorbire tutte le domande in attesa. Il tema della perdita della casa si intreccia poi spesso ad una situazione di povertà. Senza contare le persone prive di dimora che vivono in strada o sono accolte dalla rete degli enti ecclesiali e di Terzo settore.

E' per far fronte a questa emergenza che la Diocesi di Genova ha avviato una mappatura delle disponibilità abitative presso parrocchie, enti ecclesiali, istituti religiosi e fondazioni al fine di avere un quadro più completo possibile delle unità immobiliari libere destinabili a persone e famiglie che vivono questo disagio abitativo. La rilevazione è stata affidata alla Fondazione Auxilium, l'ente ecclesiale che - come noto - opera a beneficio delle persone che si trovano in stato di necessità temporanea o permanente a Genova, in accordo con la Caritas del capoluogo ligure.

"La casa per molti oggi è un autentico fattore di impoverimento – commenta l'arcivescovo di Marco Tasca-. La Chiesa di Genova è da sempre prossima a tutte queste situazioni sia tramite enti e uffici dedicati sia con opere nate in circostanze straordinarie per la vita ecclesiale, come le Case Giubilari del 2000 o le accoglienze notturne aperte con il Congresso Eucaristico Nazionale svoltosi nella nostra città nel 2016. Ora però serve fare un passo in più e precisamente nella direzione di un'accoglienza diocesana, diffusa, comunitaria e sinodale: una Chiesa che cammina e agisce insieme, ancora più aperta ed accogliente, che valorizza carismi e mette in comune risorse".

La mappatura che si è deciso di avviare risponde a due esigenze: capire come aggiornare la risposta della Chiesa al dramma di persone e famiglie in difficoltà e al tempo stesso far diventare questa risposta una esperienza di comunità cristiana a livello parrocchiale, vicariale per gli ordini religiosi presenti nei territori, gli enti e gli istituti a carattere ecclesiale.

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