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GENOVA - Sequenze di Dna decorate con nano-luci colorate potrebbero rappresentare un incredibile traguardo scientifico. L'archiviazione dei dati digitali tramite Dna potrà diventare il realtà grazie a Dna-Fairlights, il progetto dell'Istituto Italiano Tecnologia che l'Unione Europea ha finanziato con 3 milioni di euro, distribuiti nei prossimi tre anni. Queste luci comporteranno una maggiore velocità nella lettura e nella scrittura dei dati, oltre a nuovi approcci di codifica.

La quantità di dati prodotti ogni giorno è sempre maggiore. Oggi le persone riversano questi dati, formati da serie di 1 e 0, negli apparecchi elettronici. Tutto questo però ha un impatto ambientale ed è proprio su questo punto che nasce il progetto di Iit. La natura offre infatti possibilità di archiviazione che non comportino inquinamento, e il Dna è un esempio perfetto, con le sue quattro basi (Adenina, Timina, Citosina e Guanina) che definiscono la struttura e la funzione del nostro organismo.

Se le molecole di Dna potessero trasmettere informazioni alle moderne tecnologie i benefici sarebbero soprattutto tre: densità di memorizzazione incredibilmente aumentata, stabilità a lungo termine e bassi costi di fabbricazione. Gli ostacoli che il progetto si propone di superare sono altrettanti: la lettura lenta delle sequenze di Dna, l'incapacità di riconfigurazione rapida e la costosa fabbricazione della sequenza di Dna desiderata.

Il passaggio fondamentale sarebbe quello dal codice binario, fatto appunto di 1 e 0, allo spettro di colori, molto più compatto ed efficiente. Il Dna verrebbe quindi decorato con nanoparticelle colorate, che potrebbero essere lette da tecnologie ottiche, che dissipano meno calore di quelle elettriche e ridurrebbero quindi l'impatto ambientale.