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Emergenze e aiuto concreto sul caro bollette, quali sono le richieste e le speranze sul nuovo governo?
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GENOVA - "Il fiato delle nostre attività economiche è davvero molto corto, rischiamo di vedere un'elevatissimo numero di imprese che chiuderanno entro Natale". Così Alessandro Cavo, presidente Fipe Confcommercio Liguria, racconta a Primocanale la situazione delle aziende liguri dopo mesi di costi raddoppiati se non triplicati.

Il costo dell'energia, che ormai ha superato di gran lunga i costi degli affitti, è diventato insostenibile". Confcommercio ha iniziato il dialogo con il nuovo governo ancora prima della sua formazione in quanto, secondo le dichiarazioni di Cavo, gli aiuti arrivati finora sono unicamente palliativi. "I crediti di imposta sono ampiamenti insufficienti. Adesso abbiamo un nuovo problema: dopo aver richiesto alla grande industria cauzioni adesso le stanno chiedendo anche a noi piccoli. Si parla di cauzioni sulle forniture di gas e di energia elettrica, questa è una cosa assolutamente insostenibile, stiamo parlando di cifre molto elevate", aggiunge, "un bar che paga quattro, cinque mila euro al mese, si ritrova ad avere richieste di cauzione pari a 2 o 3 mensilità. Sono quindi cifre importanti che ovviamente le nostre imprese non possono entrare nell'ottica di versare perché già non riusciamo a pagare le bollette".

L'emergenza del caro bollette deve diventare una priorità del nuovo governo, spiega il ristoratore, in modo da salvare le attività a rischio. Cavo si dice speranzoso: "Dalle dichiarazioni del nuovo presidente del consiglio Giorgia Meloni ci sentiamo abbastanza confortati perché ha dato priorità di azione del governo dicendo che i tempi saranno rapidi. Ci aspettiamo un rinnovo degli aiuti terra ma anche nuove misure per far si che le nostre aziende possano continuare a vivere anche in una situazione economica che sta diventando difficile in quanto i consumi stanno diminuendo e iniziamo a vedere un'inflazione prossima alle due cifre che porterà nuovi e grandi problemi al nostro comparto".

La rapidità d'azione risulta essenziale però: la stima fatta da Confcommercio è di circa 120mila imprese in pericolo entro la fine dell'anno per tutta Italia. Del 'pericolo chiusure' si sente parlare ormai da tre anni, il covid ha infatti svolto la sua parte e le aziende vengono colpite in un momento in cui non sono solide e prospere abbastanza da riuscire ad incassare i colpi. Parlando della Liguria Cavo conclude: "Noi come Liguria ne abbiamo vissute di tutti i tipi: tra alluvioni, ponti, mareggiate, covid e ora ci ritroviamo questa della corrente. Bisognerebbe riuscire a rafforzare un po' le nostre imprese con momenti di buoni fatturati e cicli e congiunture positive, purtroppo è molto tempo che non lo vediamo".

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