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LIGURIA - Il prossimo 9 ottobre sarà la 72° Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Sono migliaia ogni anno le persone che perdono la vita sul proprio posto di lavoro. In Liguria in questi nove mesi del 2022 le vittime sono state otto: due in provincia di Genova, 2 in provincia di Savona, una in provincia di Imperia e una in provincia di Savona.

Ma il dato preoccupante è quello dell'aumento delle denunce per infortunio sul lavoro: secondo i dati dell'Inail, sono state oltre 20 mila, nel 2021 erano state poco più di 12 mila con una crescita di quasi 8 mila casi in un anno. Il settore più colpito è quello dell'industria e servizi dove il dato è passato da 10.635 a 17.984 denunce. L'aumento più sensibile è sia stato nella provincia di Genova (da 6.392 a 11.444 denunce), alla Spezia si è passati dalle 1.578 denunce del 2021 alle 2.703 di quest'anno. A Imperia il dato è passato da 1.621 a 2.703 denunce. Infine a Savona l'anno scorso nello stesso periodo dell'anno erano state 2.431 mentre quest'anno sono 3.582.

Nel solo mese di agosto 2022 in Liguria gli infortuni sono stati 1.640: nello stesso mese del 2021 erano stati 1.269. Preoccupante anche il dato relativo alle denunce di infortunio delle donne: da gennaio ad agosto 2022 sono state 10.196 con una crescita evidente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando erano state 4.614.

Dai sindacati l'appello a non sottovalutare questi numeri come spiega Luca Maestripieri, segretario regionale della Cisl Liguria che chiede al nuovo governo che si insedierà a Palazzo Chigi metta il problema nell'agenda politica: "Ci auguriamo che questo sia un tema prioritario nell’agenda del nuovo governo e che le istituzioni prendano repentinamente atto dell’urgenza di risolvere questa vergogna nazionale"

Maestripieri aggiunge: "La qualità del lavoro dipendente si misura anche attraverso il livello di sicurezza: in questo senso, i numeri diffusi dall’Inail sono a dir poco allarmanti. Ottomila denunce in più nei primi otto mesi dell’anno sono una cifra che non ammette né alibi né giustificazioni. Se da un lato è evidente la correlazione tra un precariato sempre più spinto e l’aumento degli infortuni, dall’altro si ha la sensazione che i tagli dei costi in molti casi abbiano ridotto l’attenzione alla sicurezza”.

Secondo Maestripieri "il deterioramento della qualità del lavoro è, ormai, un fatto incontestabile, che trova evidenza sia nella percentuale di contratti a tempo determinato (spesso di pochi giorni) sia nel preoccupante peggioramento della prevenzione e vigilanza sulla sicurezza. La Cisl da mesi denuncia una situazione che rischia, lo ripetiamo, di diventare presto ingestibile".