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LIGURIA - Maltempo, siccità e guerra: la stagione dell'agricoltura è stata resa incredibilmente difficile da tutti questi fattori, che mettono in ginocchio i produttori. "Per noi la situazione è critica da fine 2021, abbiamo subito molti rincari - spiega Massimo Enrico, presidente di 'Vite in Riviera', che rappresenta una rete di 25 produttori vitivinicoli e olivicoli in tutto il ponente ligure, da Savona a Ventimiglia -. Poi c'è una situazione dove da mesi non ci sono precipitazioni adeguate, i corsi d'acqua e i pozzi per l'irrigazione sono a secco e in tutto questo oltre al patimento delle colture abbiamo il flagello degli animali selvatici, che non trovano mangiare e bere nel bosco e scendono a valle facendo disastri. Non si riesce a proteggersi, le nostre precauzioni vengono bypassate. In molti casi abbiamo vigneti che sono stati 'saccheggiati' per il 70-80%, questo genera grosse perdite e non so nel 2023 cosa potremmo proporre come vino ligure. I cinghiali sono la principale minaccia ma ci sono anche gazze, fagiani, daini, caprioli e tassi. L'accento si pone sui cinghiali perché sono gli animali che più di tutti riescono ad entrare e fare danni nei vigneti. Nel mio terreno però a fare più danni è stata una coppia di fagiani, non so come ci siano finiti".

Per questo gli agricoltori hanno scritto una lettera destinata a Regione, Prefetto e Comuni: "Abbiamo ricordato che da fine 2021 stiamo sopportando di tutto. Negli ultimi tre anni abbiamo imparato a vivere in continua emergenza ma va rivista la politica agricola regionale, che alla luce dei fatti risulta essere assente. Il nostro invito è quello di rivedere completamente le strategie. Ci sono alcune misure per il sostegno economico e noi siamo disponibili a metterci in gioco. Se dobbiamo continuare a gestire emergenze e urgenze non bastano i contributi al 50%. Facciamo qualcosa che effettivamente serva alle aziende".

Il ponente ligure è stato anche colpito da un terribile incendio ad inizio agosto: "La conta dei danni è pesante, nella zona della valle che sale verso Arnasco molti vigneti sono stati danneggiati con conseguenze non solo per la prossima vendemmia ma anche per quelle a venire. C'è un aspetto su cui riflettere: questa zona è definita delle 'marise' e qui i vigneti erano la maggioranza. Se in questa zona non ci fossero stati vigneti ma tutto bosco qui ci leccheremmo le ferite con case bruciate e tutto distrutto. Invece c'è stato sì il danno ma grazie al nostro presidio non abbiamo perso l'intero territorio".

Con la guerra sono sopraggiunte difficoltà inaspettate, come l'approvvigionamento di bottiglie di vetro: "Ora la situazione si è stabilizzata, essendo agosto la maggior parte di noi ha già imbottigliato tutto perché il mercato ha preso una grande coscienza di quello che è il vino ligure. Da fine 2021 a inizio 2022 con l'avvento della guerra in Ucraina si è andato a creare un sistema di criticità notevole perché proprio in Ucraina e Russia c'erano i principali produttori di vetro. L'effetto è stato doppio: la mancanza dell'imbottigliamento da un lato e l'aumento dei prezzi dall'altro. Le vetrerie ci dicevano che non sapevano di quanto sarebbe aumentato il prezzo da un acquisto all'altro perché in queste condizioni era difficile fare ipotesi".

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