Attualità

1 minuto e 23 secondi di lettura

GENOVA - Per la prima volta in assoluto, l’arcivescovo di Genova Marco Tasca ha visitato il Suq, la manifestazione interculturale che si tiene al Porto Antico, presso la piazza delle Feste.

Nella colorata atmosfera del Festival, giunto alla 24 esima edizione e quest’anno intitolato “Atlante di voci”, l’arcivescovo è stato accolto da Carla Peirolero, direttrice della rassegna dedicata all’incontro tra diverse culture. E di questo Marco Tasca ha voluto parlare.

Ma prima il giro tra le botteghe del Suq dove sorridente ha ricevuto doni e dove si è rivolto in varie lingue ai venditori, mentre in suo onore si diffondevano le note di “Prospettiva Nevski” di Franco Battiato, una delle sue canzoni preferite. Tra battute e dolci tunisini si è informato sulla vita delle varie comunità presenti a Genova. Tra una ragazza che si faceva le treccine e una che sceglieva il tatuaggio all’henné, l’arcivescovo ha scherzato sulla sua taglia mentre riceveva una casacca africana.

Peirolero l’ha guidato sul palco per un saluto e «una benedizione, la prima al Suq di cui c’è tanto bisogno dopo due anni di Covid. Su questo palco si sono esibiti artisti da tutto il mondo e domenica abbiamo riso e pianto con il concerto della Pace».

"Ho mantenuto la promessa di venire al Suq e apprezzo questa manifestazione in cui si incontrano culture e sensibilità di oggi: è la sfida di oggi. Una bellissima sfida" - ha detto Tasca.Poi ha chiesto di recitare il Padre Nostro tutti insieme: "Perché preghiamo tutti lo stesso Creatore. Perché nel mondo non va così, si fa poco per metterci insieme, si esasperano le differenze. Speriamo di ritrovarci qui per la venticinquesima edizione"