Sono passati 82 anni da quando 261 ebrei genovesi furono arrestati dalle SS e deportati nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Solamente 20 fecero ritorno.
Quel giorno, il 3 novembre del 1943, i componenti della comunità ebraica furono attirati con uno stratagemma nella sinagoga della città, per essere incarcerati a Marassi e successivamente portati a Milano. Da lì partì il treno per i campi di concentramento.
Nella sinagoga di Genova questa sera ha avuto luogo la commemorazione in ricordo delle vittime, organizzata dalla Comunità ebraica, la Comunità di Sant'Egidio e dal Centro culturale Primo Levi.
Il presidente della Regione, Marco Bucci sceglie di non commentare le polemiche nate oggi: "ricordiamo il fatto che purtroppo, come ho già detto qualche anno fa, la città di Genova è rimasta silente, non ha difeso. Invece la Curia Genovese e tante altre buone persone, lavorando sotto traccia, hanno fatto tanto per aiutare le persone che dovevano essere deportate, per aiutarle a emigrare via o nascondersi. Sull'esempio di queste persone che si sono andate da fare, noi dovremo sicuramente parlare con i giovani, ma anche con i meno giovani e far sì che tutti riescano veramente a capire che la libertà, i diritti civili, la convivenza con le altre persone sono elementi fondamentali della nostra società civile, a cui non possiamo assolutamente rinunciare. Quello che hanno fatto le persone che hanno difeso gli ebrei in quell'epoca è un esempio per tutti e a queste persone dobbiamo soprattutto dire grazie. Far sì che queste cose non si ripetano più, dobbiamo certamente fare in modo che tutti quelli che vivono in società civile siano rispettati per i loro diritti, per la loro libertà, per la convivenza civile e far sì che non ci siano più discriminazioni. Questo è il grande messaggio che viene dalla ricorrenza di oggi. Senza memoria non c'è futuro."
La sindaca di Genova, Silvia Salis: "Giornate come quella di oggi servano a ricordare quanto orrore ci sia stato e quanto la chiusura in comunità abbia portato dei drammi nella storia del mondo. Credo che questa riflessione vada fatta proprio oggi, 3 novembre, perché avvertiamo un ritorno alla chiusura in comunità. Questo bisogna abitarlo. Genova e Liguria non hanno visto fortunatamente episodi di antisemitismo. Io credo che Genova, così come nella seconda guerra mondiale, così come è sempre stato, abbia una struttura di solidarietà nazionale e internazionale molto sviluppata, una coscienza collettiva che questa città ha sempre avuto e continua ad avere."
Il rabbino della comunità ebraica, Giuseppe Momigliano: "La memoria va trasmessa attraverso le testimonianze e attraverso la conoscenza della storia. La memoria trasmette il ricordo personale, quindi le emozioni, le sofferenze, le umiliazioni che i protagonisti hanno vissuto. La storia ci dà il quadro degli eventi in una prospettiva ampia, anche le origini, le cause, le ideologie."
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