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Un problema che si intreccia alla situazione delle autostrade della Liguria, diventate ormai l'unica opzione per spostarsi tra Busalla e Ronco Scrivia e viceversa
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GENOVA-Una manifestazione di protesta 'spaccata a metà', proprio come la Valle Scrivia. Questo pomeriggio sono state più di 500 le persone arrivate fino alle transenne che chiudono la statale dei Giovi, qualche metro prima della frana che da gennaio rende impercorribile la strada. Cittadini e sindaci riuniti da entrambi i lati, chi da Ronco Scrivia e chi da Busalla, per chiedere ad Anas di riaprire al più presto l'arteria che collega la valle.

"Continuiamo a ritenere che le soluzioni di Anas non sono sostenibile. Non è un'idea delle amministrazioni ma è un'insostenibilità dei tempi che ci danno che sentono tutti i cittadini- ha raccontato a Primocanale Rosa Oliveri, sindaco di Ronco Scrivia -. Ci auguriamo che almeno venga mantenuta la possibilità di riaprire la strada a a doppio senso entro il mese di luglio. Sono arrivati da tutti i lati della frana: non ce la facciamo più".

Disagi e chilometri in più per tutti gli abitanti ma gravi conseguenze soprattutto su chi agli estremi della frana ha un'attività, spiega il primo cittadino di Busalla, Loris Maieron, anche lui arrivato insieme a tanti sindaci della valle Scrivia che, armati di tricolore, hanno camminato e protestato insieme agli abitanti della zona. "Promesse e possibilità non mantenute, si parlava di strada riaperta a inizio giugno: ora è diventato luglio, la preoccupazione che anche questa data non venga rispettata c'è".

Un problema che si intreccia alla situazione delle autostrade della Liguria, diventate ormai l'unica opzione per spostarsi tra Busalla e Ronco Scrivia e viceversa. "Le attività della zona hanno subito un tracollo pesante - spiega Maieron ai nostri microfoni -, ma anche quelle di Busalla senza le persone che si fermavano a fare la spesa qui e poi tornavano a casa loro a Ronco ora stanno soffrendo".

"Ci sono tantissimi lavoratori che abitano a Ronco e che devono venire da noi, ora sono costretti a prendere l'A7, con tutti i problemi che ci sono tra chiusure e cantieri. Ormai ci vogliono ore per fare quei cinque chilometri che ci sono tra i due paesi".

A rispondere alla denuncia dei cittadini è stato l'assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone: "Da sempre Regione Liguria è impegnata su questo tema molto delicato che è quello dello scivolamento del versante sulla strada statale 35 dei Giovi, con la grande attenzione al disagio della popolazione e con un tavolo che ha sempre gestito ogni fase del cantiere cercando di arrivare a una soluzione definitiva. Naturalmente siamo impegnati anche nelle varie fasi transitorie del cantieri e per arrivare all’obiettivo intermedio della riapertura a doppio senso di marcia quanto prima".

"Oggi guardiamo a luglio in modo fiducioso per arrivare alla soluzione transitoria che - si legge nella nota -, pur essendo più tardi rispetto alla data del 15 giugno, trapelata inizialmente, è comunque un passaggio fondamentale e positivo rispetto a una soluzione iniziale che prevedeva la riapertura a senso unico della strada a particolari ore del giorno e del pomeriggio con l’ausilio di movieri".

"Siamo tutti impegnati a fare in modo che Anas rispetti i tempi di luglio, che rappresenterebbe un importante risultato intermedio, in attesa della conclusione di tutte le fasi del cantiere che dureranno a lungo nel tempo, perché si andrà alla realizzazione di una vera e propria galleria paramassi a protezione dell’arteria stradale".

"In questo quadro molto delicato siamo molto sensibili verso il disagio delle persone – continua l'assessore – ma se si riapre una strada devono esserci tutte le caratteristiche tecniche che consentano di farlo in sicurezza, e monitorando, attraverso il Tavolo regionale, l’andamento di questo risultato ci auguriamo di raggiungerlo con qualche settimana di anticipo rispetto alla fine di luglio. In questo senso Regione Liguria continua a essere in campo grazie al tavolo che si tornerà a riunire il 10 giugno cercando, il più possibile, di portare sollievo a quelle popolazioni che anche oggi hanno fatto sentire la loro giusta è più che legittima voce di disagio durante la manifestazione. Ricordiamo pertanto al vicepresidente del consiglio regionale che Regione Liguria continuerà a vigilare come ha sempre fatto e lo invitiamo semmai a farsi portavoce della vicenda presso il ministro Giovannini che fa parte di un governo sostenuto dal suo stesso partito, perché la Regione sta svolgendo, anche in questo caso come già avvenuto in passato, al meglio il suo ruolo di cerniera tra Stato e territori".

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