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Scoppia la polemica per delle deroghe definite "illegittime" dalla Lega Abolizione Caccia
3 minuti e 2 secondi di lettura
di Redazione

Riapre domani, 21 settembre 2025, la caccia in Liguria. In questa prima fase le specie sono lepre, pernice rossa, fagiano e starna, merlo, tordo bottaccio e colombaccio, la maggior parte delle specie acquatiche. È sospesa la caccia a moriglione, pavoncella e tortora selvatica.

Tutti i dettagli 

Il calendario venatorio ligure è tuttavia variegato. Dal 1° ottobre al 30 novembre 2025 sono previste due giornate aggiuntive, esclusivamente da appostamento, per colombaccio, merlo e tordo bottaccio e una giornata per tordo sassello e cesena. Il periodo di caccia alla beccaccia andrà dall'1 ottobre 2025 al 19 gennaio 2026. La caccia alla beccaccia nel mese di gennaio potrà essere esercitata solo in forma esclusiva e per un massimo di due giornate, a scelta del cacciatore.

La stagione terminerà alla data del 19 gennaio 2026 per il tordo sassello, la cesena e per le specie acquatiche (germano reale, gallinella d’acqua, folaga, alzavola, codone, fischione, mestolone, marzaiola, canapiglia, frullino, beccaccino, porciglione e moretta), alla data del 31 gennaio 2026 per colombaccio, tordo bottaccio, cornacchia nera, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza. La caccia a squadre al cinghiale si svolgerà tra l’1 ottobre 2025 e il 31 gennaio 2026, sino all’esaurimento del contingente annuale stabilito dalla Regione e nel rispetto delle vigenti misure di contrasto alla peste suina africana (Psa).

La Lega Abolizione Caccia: "Liguria ha attivato deroghe illegittime per cacciare a ottobre e novembre"

"La Liguria fa parte delle quattro regioni, insieme a Lombardia, Campania e la provincia Autonoma di Trento che hanno attivato, in quota parte, deroghe illegittime per cacciare a ottobre novembre fringuelli e/o storni, specie protette dalla Direttiva UE sull’avifauna 147 del 2009, oggetto di imminenti battaglie giudiziarie, dopo che a giugno la Conferenza Stato-Regioni aveva definito, ad esempio, una “piccola quantità” di 581.000 fringuelli su base nazionale abbattibili per divertimento". Così la Lega Abolizione Caccia ha commentato l'inizio della stagione.

"Una beffa verso le precedenti condanne della Corte di Giustizia UE per vecchie delibere regionali analoghe. Inoltre, nella recentissima legge promulgata il 12 settembre sulla “Promozione delle zone montane” è stato inoltre inserito un articolo che stravolge il precedente divieto di cacciare nei valichi montani per un raggio di mille metri dagli stessi , a tutela dei flussi migratori. Il divieto generale ora diventerà un divieto di caccia per cinque giorni settimanali nel solo mese di gennaio, oltre al fatto che il Parlamento si è arrogato il potere “geografico” di definire valichi solo gli avvallamenti ad oltre 1.000 metri di altitudine, per agevolare la proliferazione a quote minori degli appostamenti di caccia che praticano le forme più distruttive di attività venatoria, a danno di un patrimonio di migratori di interesse naturalistico sovranazionale".

"Mentre i TAR del Veneto e delle Marche hanno già sospeso alcune parti dei rispettivi calendari venatori regionali, su ricorsi del mondo ambientalista, per l’immotivata elusione dei pareri scientifici obbligatori dell’ISPRA, la vigilanza venatoria provinciale risulta numericamente ancora ai minimi storici, dopo le riduzioni operate nel 2015 con il Decreto Madia e gli organici mai ripristinati. Attualmente la maggioranza di centro-destra spinge in commissione agricoltura del Senato per l’esame a ritmi forzati del disegno di legge n.1552, volto a peggiorare l’attuale legge quadro sulla caccia n. 157/92, con proposte di liberalizzare ulteriormente l’impiego dei richiami vivi, ridurre la percentuale delle superfici destinate a parchi naturali , autorizzare i visori notturni (vietati dalla Convenzione di Berna) , aprire alla caccia le foreste demaniali e abolire l’attuale scelta obbligatoria fra tre forme di caccia in via esclusiva (in Zona Alpi, da appostamento con richiami vivi, tutte le altre forme), esasperando il nomadismo venatorio".

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