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di a.pop.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha avuto due lunghi e cordiali colloqui telefonici con l'arcivescovo di Taranto Ciro Miniero, e con l'arcivescovo di Genova Marco Tasca, sulle prospettive degli stabilimenti siderurgici dell'ex Ilva presenti in Puglia e Liguria. Lo rende noto un comunicato del ministero del Made in Italy.  

La situazione

Continua a preoccupare la situazione dell'ex Ilva. Nello stabilimento di Cornigliano a Genova sono circa 800 i lavoratori impegnati. L'iter per il passaggio del gruppo siderurgico nelle mani della cordata azera composta da Baku Steel Company, Azerbaijan Investment Company e Socar è in corso. Ma la trattativa si è arenata e il crollo della produzione ha cambiato le carte in tavola. I lavoratori sono preoccupati. A Taranto, dopo un incidente, è operativo un solo altoforno.

Lunedì l'incontro con i sindacati, martedì con le autorità locali

Al centro il percorso di decarbonizzazione dell'impianto di Taranto da dove partono gran parte dei lavorati che poi arrivano a Genova. Per fronteggiare il problema martedì 8 luglio il Governo ha convocata una riunione con i rappresentanti di tutte le amministrazioni. Possibile momento cruciale nella definizione di quello che sarà il percorso da fare. Ventiquattrore prima, lunedì 7 luglio, invece il ministro incontrerà i rappresentanti sindacali. Qui insieme alla ministra del Lavoro Calderone farà il punto sulla crisi. Tra i temi di discussione ci sarà l'esame formale della richiesta di cassa integrazione straordinaria che riguarda 4.050 dipendenti, di cui 3.500 nel solo stabilimento di Taranto, era già stato posticipato al 14 luglio. "Dopo 13 anni di sacrifici - avvertono Fim, Fiom e Uilm - non accetteremo una nuova crisi ambientale, sociale e occupazionale. La decarbonizzazione deve partire da Taranto, ma servono basi solide, a partire dall'intervento dello Stato per consentire la continuità produttiva".

Il nuovo piano siderurgico nazionale

Nelle scorse ore il ministro Urso aveva illustrato al telefono i contenuti del nuovo Piano Siderurgico Nazionale al presidente di Regione Liguria Marco Bucci e alla sindaca di Genova Silvia Salis. Il piano ha l'obiettivo di tracciare la transizione verso una siderurgia sostenibile attraverso l’adozione di forni elettrici e la realizzazione di impianti Dri (Direct Reduced Iron) al fine di ridurre le emissioni e rafforzare la competitività del comparto. Il ministro aspetta le risposte da Taranto, tra i vari scenari possibili anche quello che vede la possibilità di portare a Genova il grosso della produzione in caso di diniego da parte delle autorità pugliesi. Ipotesi che però sarebbe stata scartata dallo stesso ministro Urso. Mentre il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ipotizza in alternativa la creazione di un polo primario siderurgico nel Nord Italia e spiega che per mantenere un livello produttivo serve un rilancio e questo deve "essere fatto garantendo investimenti nell'ordine di 2-3 miliardi di euro sugli attuali siti produttivi, tra cui Genova, e trovare una disponibilità tra pubblico e privato per il rilancio del settore dell'acciaio".

Il futuro delle aree di Cornigliano

Nel frattempo il presidente Bucci dice che è arrivato il momento per prendere decisioni attorno alle aree ex Ilva di Cornigliano che non sono oggi utilizzate. Il presidente spiega di avere dei piani per quegli spazi. "Abbiamo parecchie strade aperte. Ho detto che Genova ha la possibilità di giocare un ruolo primario, che vuol dire investimenti, posti di lavoro, ricadute sul territorio e dare all'Italia l'acciaio di cui ha bisogno". Il Comune di Genova spiega che prima di prendere qualsiasi decisione la priorità deve restare alla produzione siderurgica.

 

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