
Sta suscitando forti critiche da parte degli esercenti, Il decreto del Viminale, mirato a introdurre linee guida per garantire la sicurezza nei locali. Nonostante il ministero dell’Interno abbia sottolineato che l’adesione è volontaria e non comporta obblighi o costi aggiuntivi. La FIPE-Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha espresso un netto dissenso sia sui contenuti che sulle modalità di introduzione del provvedimento.
Possibili impatti negativi sugli esercenti
Secondo la federazione, il decreto avrebbe un impatto negativo sugli esercenti, che già operano in un contesto economico difficile, e lamenta la mancanza di un confronto preventivo con le categorie interessate. La percezione di un’ingerenza o di un’applicazione potenzialmente onerosa sembra alimentare la protesta, nonostante le rassicurazioni ufficiali.
Cavo (Fipe Confcommercio): "Serve semplificare il corpo normativo"
“L’imprenditore è già oberato di assolvimenti in sovrabbondanza senza che ne vengano imposti ulteriori, occorrerebbe invece sfoltire e semplificare il corpo normativo” spiega Alessandro Cavo Presidente FIPE Confcommercio-Liguria. "Raccogliamo - prosegue Cavo - da molti dei nostri associati, nelle ultime ore, sconforto e rabbia: dopo aver affrontato anni difficili a causa del Covid, nessuno si sarebbe aspettato di dover nuovamente esercitare funzioni di pubblica sicurezza. Non possiamo più tollerare normative che aggravano ulteriormente il carico di lavoro degli imprenditori senza una logica di semplificazione e sostegno. Dopo le precisazioni del Viminale, che ha ribadito la natura volontaria e non obbligatoria delle linee guida, rimane alta l’attenzione sulle possibili implicazioni per gli operatori locali".
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