GENOVA - Come sta andando avanti il processo di privatizzazione dell’Aeroporto Colombo di Genova? Quali effetti possono avere le inchieste in corso sul futuro dello scalo aereo?
Intanto Primocanale è in grado di svelare che Costa Crociere, che aveva manifestato interesse per l’ingresso nella compagine azionaria come altri soggetti (LEGGI QUI), ha deciso di non entrare nell’azionariato, confermando però la disponibilità a partnership operative legate ai servizi per i croceristi.
Primo tassello di un puzzle composto da molti pezzi ancora distanti dal trovare un disegno organico.
Un punto fondamentale sarà sicuramente, a breve, la chiusura del bilancio 2023 che, pare, conterà perdite tra i 2 e i 4 milioni. La forte differenza dipende da come verranno appostati a bilancio alcuni costi di competenza dell’anno, o spalmati su più anni.
A questo punto i soci (Autorità portuale 60%, Camera di Commercio 25% e Aeroporti di Roma 15%) hanno due strade: ripianare oppure consentire l’ingresso di un soggetto terzo che ripiani le perdite e diluisca tutti gli altri azionisti pubblici, che rimarranno comunque in maggioranza.
Aeroporti di Roma (dei Benetton) è intenzionata a vendere le proprie azioni che il Comune di Genova vorrebbe acquistare (LEGGI QUI), come aveva confermato il sindaco Bucci il 10 maggio a Primocanale: “Tutto sta andando a posto, stiamo aspettando il bilancio e la valutazione del valore delle azioni dopo di che abbiamo l'accordo con Aeroporti di Roma per l'acquisto”.
Ma ha senso che il Comune entri in una società con perdite consistenti? La Corte dei Conti potrebbe avere qualche cosa da obiettare, su questo uso di soldi pubblici?
A questo punto il soggetto primario interessato resta MSC, che ha diverse possibilità per entrare: proporsi come finanziatore delle perdite “diluendo” le azioni degli altri soggetti, oppure comprare lei le quote di Aeroporti di Roma. Gli altri azionisti dovrebbero però rinunciare al diritto di prelazione previsto a statuto.
Il neo presidente del Colombo, il vulcanico Alfonso Lavarello, uomo di fiducia e riferimento del patron di Msc Aponte nelle operazioni genovesi come l’acquisto del Secolo XIX e l’ingresso nell’azionariato dell’aeroporto genovese, dovrà valutare attentamente il risultato del bilancio 2023 che determinerà’ anche il valore di acquisto di chi vorrà’ entrare nella compagine azionaria.
Le perdite, come detto, ammonterebbero ad un importo tra i 2 e i 4 milioni di euro.
Ricordiamo pero’ che l’ingresso nell’attuale compagine azionaria del Cristoforo Colombo non dara’ alcuna prelazione e vantaggio nella gara vera europea che dovrà’ fare Enac entro il 2029, data di scadenza della concessione aeroportuale (che sarebbe dovuta scadere nel 2026 ma ha ottenuto una proroga di 3 anni causa periodo Covid).
L'ingresso pertanto nell’attuale compagine sociale come unico vantaggio, per soggetti senza esperienze specifiche nel settore, sarà’ di avere una società’ veicolo che avendo gestito per decenni l’aeroporto potrà’ sicuramente partecipare alla gara per la nuova concessione.
Insomma, tutto sta bollendo. Anche l’aeroporto è al centro di grandi interessi, senza dimenticare che l’interesse maggiore dovrebbe essere quello legato al rilancio, per un territorio isolato che dovrebbe richiedere sempre la mancanza di continuità territoriale stante la situazione drammatica del sistema ferroviario e autostradale.
Genova ha assoluta necessità del rilancio del suo aeroporto e se questo verra’ realizzato da Lavarello e Aponte ben venga e non potremo che ringraziarli, basta che sia al riparo dal rischio che possa essere invece appetibile per qualcuno di trasformarlo in un’ulteriore banchina portuale per container.
IL COMMENTO
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