Nel 2001 Maurizio Minghella tornò tragicamente a far parlare di sé. Il criminale genovese che nel 1978 aveva ucciso nel capoluogo ligure cinque donne, tra cui una ragazzina di 14 anni, e che per questo era stato condannato all'ergastolo, ottiene la semilibertà nel 1995 e dal carcere di Porto Azzurro viene trasferito alle 'Vallette' di Torino entrando nella comunità di recupero di don Ciotti dove lavora come falegname. Ma a Torino torna ad uccidere. Vittime sono altre cinque donne, tutte prostitute, assassinate tra il 1997 e il 2001. E proprio quell'anno le forze dell'ordine, dopo averlo arrestato per una rapina ai danni di un'ennesima prostituta, scoprendo che il suo dna era presente in tutte le scene dei crimini precedenti mettono insieme le tessere di questo drammatico puzzle che lo porteranno ad una nuova condanna all'ergastolo. Il servizio dell'Archivio storico si riferisce al suo arresto torinese.
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