GENOVA - Sono 400 le imprese a Genova che hanno chiesto la cassa integrazione per il troppo caldo. E non sono solo edili.
I lavoratori corrono ai ripari in questi giorni bollenti nel capoluogo della Liguria, dove questa notte la temperatura minima raggiunta è stata 26 gradi. Il bollino rosso emesso dal Ministero della Salute almeno fino a giovedì mette in guarda la popolazione, soprattutto la parte fragile, ma anche chi lavora in determinati ambiti come quello dell'edilizia.
A fotografare la situazione a Primocanale è Andrea Tafaria, segretario generale della Filca Liguria, la federazione degli edili della Cisl. "Gli edili che hanno 'chiuso baracca' ci sono ma c'è anche chi ha deciso di riformulare gli orari, così da iniziare prima la mattina. Durante la giornata di ieri, dove si sono superati i 35 gradi, sono state molte le aziende che hanno chiesto la cassa integrazione".
Il 24 luglio infatti è stato firmato in Prefettura il protocollo che protegge e garantisce sicurezza e salute per i lavoratori nei periodi più caldi, quando le temperature segnano livelli anche sopra ai 35 gradi, e quando le condizioni di lavoro diventano un rischio per chi è particolarmente esposto agli eventi meteo (LEGGI QUI).
"Il protocollo vale per tutte le categorie. Intanto abbiamo intensificato la presenza dei nostri operatori sindacali della per verificare e sensibilizzare le aziende, così che venga applicato - continua Tafaria -. Le aziende stanno rispondendo bene".
Intanto, per i cittadini, il Comune e la Protezione civile di Genova chiede di osservare regole utili a prevenire i rischi: si deve evitare, per quanto possibile, di uscire e comunque di prolungare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, dalle 11 alle 18. Tale comportamento è particolarmente necessario per gli anziani, i bambini e le persone con patologie. Si consiglia di bere acqua con regolarità, escludere gli alcolici e le bibite gassate o gelate e consumare pasti leggeri e poco conditi.
Attraverso gli Ambiti Territoriali Sociali poi, continua il servizio dei "custodi sociali", coordinati dalla Cooperativa Televita Agapè, che assicureranno il monitoraggio e la tutela delle situazioni in carico per l’adozione di tutte le misure possibili da parte degli Ambiti Territoriali.
Inoltre, per chi non avesse l'aria condizionata a casa, è possibile trovare ambienti climatizzati o ventilati in alcune biblioteche del sistema bibliotecario urbano (LEGGI QUI).
IL COMMENTO
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