Cronaca
Fincantieri, non abbassare la guardia
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E? con sempre maggiore inquietudine che, seguendo le vicende legate alla crisi di Fincantieri e la sua apparente provvidenziale soluzione, mi viene da pormi delle domande e anche, ricordando Gigi Marzullo, a darmi delle risposte. Ci sono stati giorni di protesta guidati da una grande coesione sindacale, chilometri di manifestazioni (come non se ne vedeva da anni a Genova), ore di code per i blocchi stradali in citt, scioperi dei Cantieri e dell'indotto, ma anche scioperi di sostegno ai lavoratori da parte di operatori economici della nostra citt, ordini del giorno bi-partisan in Comune, Regione e Provincia, treni speciali per Roma, fiumi di parole e la scoperta improvvisa, da parte di tutti, dell?esistenza di un mondo economico che da tempo vive una precariet sempre pi palpabile. Una precariet che figlia di mancati investimenti, di un inesistente sviluppo economico ed infrastrutturale di questo settore e pi in generale nella nostra citt.
Sarebbe semplice dire che se ci fosse pi crescita e pi impegno istituzionale ci sarebbe anche meno precariet e che se non diamo una speranza ai nostri giovani non possiamo averla neanche noi. Appunto troppo semplice, e proprio da questo che nasce la mia inquietudine. Perch se vero che questo governo (ma anche quelli precedenti), le istituzioni tutte sono debitrici di una risposta alla citt, ai suoi lavoratori, ai suoi studenti, ai suoi pensionati e ai suoi professionisti, vero anche che improvvisamente sono spuntati ?salvatori? dell?ultima ora,cos almeno appare. Ma dove erano questi imprenditori che negli anni passati sono andati altrove a costruire,ad armare, riparare e progettare le navi che invece ora sembrano trasformare Sestri, Riva e Castellamare nell?ombelico del mondo,non sar mica che nessuno di quelli che dovevano farlo non li hanno mai cercati? E quindi dove era il management pubblico di questa azienda e soprattutto cosa diavolo faceva oltre che scaldare una poltrona? Per fortuna le istituzioni locali , forse con lieve ritardo, nel giro di poche settimane hanno preso contatti, mosso relazioni, chiamato ministri, alzato telefoni,cercato interlocutori e meno male che loro almeno lo hanno fatto.
Non si pu chiedere ad un?azienda di cambiare assetti produttivi se non d per prima l?esempio chi la gestisce e la ?possiede?, soprattutto non pu farlo sulla pelle di quelli che ci lavorano. E quindi che cosa cambiato per il governo da solo un mese fa? Ma la cosa che mi da ancora pi fastidio quella di capire chi pagher il danno prodotto ai lavoratori e alla nostra citt dopo un mese di manifestazioni,quando anche un bambino avrebbe proposto il ritiro del piano industriale presentato un minuto dopo. Non si pu quindi abbassare la guardia e porre ancora di pi l?attenzione sulle azioni del Governo e di questo management,che quando fa danni poi alla fine il conto purtroppo lo fa pagare indirettamente a noi cittadini perch la propriet Fincantieri totalmente pubblica.
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