Cronaca

1 minuto e 17 secondi di lettura
E' accusato di aver rapinato in 3 anni decine di banche del nord Italia, utilizzando come arma una saponetta a forma di bomba a mano o una pistola giocattolo. Per questo motivo Stefano Ghibaudi, ex imprenditore di 45 anni arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Genova, si è meritato l'appellativo di Monsavon. Nel 2002 inizia la rapida carriera di Monsavon: dapprima con rapine ad agenzie liguri, poi con azioni anche in Piemonte, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. ''Non è stato facile prenderlo, perché era incensurato - spiega il vicecapo della Squadra Mobile Francesco Borrè - ora stiamo cercando di ricostruire il numero di colpi che ha messo a segno''. Trenta le rapine già accertate, per un valore complessivo di più di 100.000 euro, ma secondo la polizia Ghibaudi avrebbe messo a segno fino a 90 rapine. Nei primi colpi ''genovesi'', risalenti al 2002, l'ex imprenditore usava lo stratagemma della finta bomba, poi è passato a una pistola giocattolo. Quasi sempre agiva a volto scoperto, ma in qualche occasione usava anche una coppola e un paio di occhiali da sole. Un modo di operare tranquillo, dal momento che, alla prima reazione degli impiegati, si dileguava, rinunciando al colpo. Ma l'ultimo gli è stato fatale, per merito del dipendente di una banca di Reggio Emilia, che l'ha fermato e consegnato alle forze dell'ordine. ''Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia lo stava per scarcerare - racconta Borrè - lì siamo intervenuti noi con un fermo ordinato dal pm genovese Alberto Lari''. A inchiodare definitivamente Monsavon le immagini delle telecamere a circuito chiuso di alcune delle banche colpite.