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Picconate a Cassano e Gasparin, parole dolci per i tifosi, rassicurazioni sul futuro della Sampdoria alla luce delle ultime e dolorose turbolenze che l’hanno attraversata. A patto, però, che si faccia il nuovo stadio. E' un Riccardo Garrone come al solito battagliero e poco diplomatico quello che ha affidato al sito internet ufficiale della società blucerchiata il suo articolato bilancio di fine anno. Inevitabile partire dal fondo, dalla vicenda che ha un nome e un cognome pesanti nella storia recente della Samp, ossia Antonio Cassano: "L’ho sempre definito una primadonna – racconta garrone – e come tale doveva essere trattato, compreso anche chiudere ogni tanto un occhio di fronte ad alcune sue uscite di pista. Lo abbiamo fatto perché credevamo in lui. Ci sono tuttavia delle regole da rispettare, dei limiti che non possono essere valicati. Una squadra è composta da 35 persone e va gestita sette giorni la settimana su equilibri molto labili. Se questi equilibri si rompono e rischiano di compromettere la serenità di un gruppo non si puo’ far finta di nulla”. Dunque, ecco il motivo per cui la Sampdoria ha persino pagato di tasca propria per mandare Cassano al Milan: spogliatoio e dintorni non ne potevano piu’. Garrone spiega: “Per me la dignita non ha prezzo, per questo ho deciso di contribuire ai cinque milioni di euro da versare al Real Madrid”. Da Fantantonio all’ormai ex dg Sergio Gasparin, allontanato dopo appena sette mesi di gestione. “Il direttore generale – commenta Garrone nel comunicato – ha il compito di coordinare tutte le varie figure che operano all’interno della società ma non puo’ sostituirsi ad esse. Abbiamo provato a farglielo capire ma lui aveva una visione diversa. Ora andremo avanti senza direttore, intendiamo far crescere diverse figure di alto livello professionale già in organico. Poi ci sarò io – sottolinea Garrone – a coordinare il tutto insieme al consiglio di amministrazione e al comitato strategico. E ogni mossa è responsabilmente finalizzata al bene presente e futuro della Sampdoria, che non è mia bensì un patrimonio di tutti”. Dai dirigenti al mercato il passo è breve. Garrone assicura: “Andranno via quei giocatori che in questa prima parte di stagione hanno trovato meno spazio, non certo i big. Quelli rimangono tutti. Poi cercheremo di rafforzare la squadra”. Il riferimento è già alle operazioni di gennaio, sebbene Garrone guardi inevitabilmente anche più avanti: “Lo stadio di proprieta’ – ribadisce il Presidente – rappresenta la salvezza di questa societa’. Quanto costruito da questo gruppo di lavoro nelle ultime stagioni rappresenta davvero una sorta di miracolo sportivo difficilmente replicabile nelle attuali condizioni. L’area giusta è alle spalle dell’aeroporto Colombo, che rimane la nostra prima scelta. Ma se l’empasse genovese continuasse ancora a lungo, potremmo essere costretti a rivolgerci altrove, magari fuori provincia”. Dichiarazione, quest’ultima, che appare soprattutto una forte provocazione. Infine, i tifosi, specie quelli piu’ caldi, penalizzati da restrizioni continue e senza logica. “Non giudico nessuno – commenta Garrone – ma l’ambiente blucerchiato ha bisogno di tornare a vivere uno stadio colorato e fremente di emozioni come è sepre stato. Ai tifosi della Samp – conclude garrone – chiedo solo coerenza, non cieco supporto. Nella speranza di continuare a vedere un Doria in crescita e sempre più inserito nell’elite del calcio italiano e internazionale”.