Politica

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Dunque si riforma la storica coppia, allora inconsueta, il grande imprenditore e l’assessore comunista, che “salvarono” l’inaugurazione del teatro Carlo Felice appena ricostruito dopo quarant’anni di sofferenze.

Il sindaco Marta Vincenzi è riuscita a convincere Riccardo Garrone a entrare nel consiglio d’amministrazione del teatro per tentare un rilancio che tolga il tempio genovese della lirica dalle secche continue. E Garrone, ha raccontato il sindaco a Primocanale, ha accettato. Il presidente della Regione, Claudio Burlando, starebbe per nominare come suo rappresentante nel cda il professor Silvio Ferrari, uno dei rari intellettuali genovesi per troppo tempo sprecato.

Due passi ottimi, finalmente, che ridanno, almeno in prospettiva, ossigeno al teatro, dopo mesi tormentati, minacce pesanti che rischiano di compromettere definitivamente anni e anni di lavoro e fatiche per rimettere in piedi un ente di prestigio. All’inizio degli anni Novanta, alla vigilia della inaugurazione del nuovo teatro, non c’era una lira: l’apertura rischiava il fallimento e sarebbe stata una catastrofe.

Ferrari riuscì a convincere Riccardo Garrone a intervenire e l’industriale investì undici miliardi di allora, una cifra impressionante. Fece alcune richieste, una che venisse creata una scuola di ballo. Garrone aspetta ancora oggi quella scuola, però, per fortuna di Genova, non ha abbandonato la passione per la lirica e soprattutto la voglia di spingere la cultura genovese. L’entrata di Garrone potrebbe servire anche come calamita per l’interesse e l’impegno di altri imprenditori, forse non solo locali, nell’operazione rilancio. Questa senza dubbio è la speranza del sindaco.

La presenza di Ferrari, finalmente, garantisce che all’interno del nuovo consiglio di amministrazione ci sia la cultura con la C maiuscola, e se non è questo un bel segnale...