Politica

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"Lo sviluppo vero non può tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia e sbagliano quanti in questi anni, anche nel nostro Paese, si sono contrapposti tra difensori dell'etica individuale e propugnatori dell'etica sociale" perché "in realtà le due cose stanno insieme": ad affermarlo l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella lectio magistralis tenuta sull'enciclica di Papa Benedetto XVI "Caritas in veritate" . Tra la questione sociale - ha affermato il porporato - e la questione antropologica esiste "una necessaria correlazione" e "queste due dimensioni stanno o cadono insieme". Come esempio il presidente della Cei ha citato la questione demografica affermando che "attiene certamente alla dinamica affettiva e famigliare" ma che "rappresenta pure uno snodo decisivo delle politiche economiche e perfino del Welfare". Poi, affrontando il tema politico ha detto: "Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l'etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone". Bagnasco ha poi citato un passaggio del documento di Ratzinger secondo cui "lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle coscienze l'appello del bene comune". Bagnasco poi denuncia: "Aver sottovalutato l'impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto generazioni più giovani, sempre meno numerose ed importanti". "La saldatura tra etica sociale ed etica della vita è un imperativo categorico anche in altri ambiti sensibili e porta a convincersi ad esempio che l'eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell'ecosistema o che l'aborto e l'eutanasia corrodono il senso della legge ed impediscono all'origine l'accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana delle enormi conseguenze di degrado". Alla base del buon sviluppo economico vi deve essere "la consapevolezza che tutta l'umanità deve essere un'unica famiglia": ha affermato l'arcivescovo di Genova. "Alla base della dimensione di carità, che diventa anima della giustizia e dell'economia stessa", ha affermato il porporato, vi è "la consapevolezza che tutta l'umanità è un'unica famiglia" e quindi "il concetto che gli uomini sono tutti fratelli". Tale consapevolezza, ha aggiunto il porporato, "ha una radice eminentemente religiosa ed evangelica, però non é assolutamente aliena ed estranea alla ragionevolezza della buona ragione quando la ragione non si fa imbrigliare da ideologie o da pregiudizi di stampo culturale od egoistico". E affrontando il problema dell'ambiente ha detto: "La crisi ecologica non può essere interpretata come un fatto esclusivamente tecnico, ma rimanda ad una crisi più profonda perché ai 'deserti esteriori' corrispondono 'i deserti interiori' così come alla morte dei boschi 'attorno a noi' fanno da pendant le nevrosi psichiche e spirituali 'dentro di noi', all'inquinamento delle acque corrisponde l'atteggiamento nichilistico nei confronti della vita". "Quando infatti l'uomo - ha proseguito il cardinale Bagnasco - non viene considerato nell'integralità della sua vocazione e non si rispettano le esigenze di una vera 'ecologia umana' si scatenano le dinamiche perverse delle povertà, compromettendo fatalmente anche l'equilibrio della Terra. Una prova ulteriore, se ce ne fosse ancora bisogno, che 'il problema decisivo dello sviluppo e' la complessiva tenuta morale della società ".