Cronaca
Albanese ucciso per una "banalità legata alla prostituzione"
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E’ stata una banalità legata al mondo della prostituzione, forse anche solo uno sguardo di troppo, una toccata fugace a una lucciola gestita da qualcuno a scatenare il regolamento di conti in cui ha perso la vita un albanese di 42 anni, padre di due figli, sposato, residente a Genova e asfaltatore di professione. Lo hanno freddato con un colpo di pistola al volto in via Milano, nel quartiere di San Teodoro, in uno di quegli spazi di confine già in passato al centro di altri episodi di criminalità. A dare l’allarme alla polizia l’autista del bus 66 che fa capolinea proprio laddove è successo il fatto: ha detto di aver sentito un colpo di arma da fuoco. Ci sono anche alcuni testimoni, ascoltati in questura: “Abbiamo un quadro completo – spiega il vice capo della squadra mobile di Genova Francesco Navarra – abbiamo chiarito tutti gli aspetti e a ore ci saranno novità decisive”. Ovvero la cattura del o degli omicidi. La vittima, Illir Krypi, pregiudicato, era stato coinvolto in un traffico di per furto di cellulari e droga destinati a vari pregiudicati detenuti nel carcere di Marassi. I fatti risalgono allo scorso febbraio in coincidenza con una serie di indagini che avevano portato all'arresto di un agente della polizia penitenziaria e due pregiudicati calabresi legati ad ambienti mafiosi. L'albanese, in quella sede, era stato l'unico a parlare davanti al gip Roberto Fucigna, dichiarando di non sapere chi introduceva i telefoni nelle celle e di non sapere nulla della provenienza del cellulare e della droga introdotta in carcere. “Ma questi fatti nulla c’entrano con l’omicidio” ha precisato il vice capo della Squadra mobile di Genova.
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