Politica

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Se oggi il progetto del Terzo Valico si è mosso davvero lo si deve, in grandissima parte, alla lungimiranza di Peppino Manzitti che fu storico direttore e anche presidente dell’Associazione Industriali di Genova,dal 1945 al 1978. Oggi la sua figura è ricordata a dieci anni dalla scomparsa, con un importante a palazzo Ducale convegno sulle infrastrutture. Manzitti, come racconta nel libro Tempo di ricordare che raccoglie i suoi pensieri che sono in parte famigliari, in parte pubblici, cioè storia della città, maturò l’idea di un veloce collegamento ferroviario tra Genova e Milano nel 1988. E scrive che partì da due considerazioni di fondo che ancora oggi sono validissime e alla base della necessità di realizzare il terzo valico nel più breve tempo possibile. La prima considerazione che suggerì a Manzitti l’idea di una nuova galleria ferroviaria era motivata dall’insufficienza dei collegamenti e la seconda dalla previsione di un aumento dei traffici che non potevano finire tutti su autostrade inadatte, vecchie e già intasate dalle automobili. Da queste considerazioni approfondite sulla spiaggia della “sua “ Laigueglia, Peppino Manzitti passò ai fatti. Nacque il Civ, collegamenti integrati veloci, consorzio di costruttori insieme a Carige, Aeroporto, Ferrovie nord Milano e Sina. E come presidente dei questo consorzio cominciò il difficile percorso del cosiddetto treno veloce, quella linea anche passeggeri che avrebbe dovuto consentire ai genovesi di andare a Milano e ai milanesi di arrivare a Genova in meno di un’ora. Dal Civ al Cociv con Montedison e altre imprese e un importante incarico dalla Tav di predisporre il progetto esecutivo di questa nuova linea ferroviaria. Nel 1992 fu presentato il progetto esecutivo e poi una delittuosa attesa che si è protratta fino ad oggi. Speriamo che il doveroso ricordo di Manzitti serva a rilanciare la sue idee e che, finalmente, dopo la lunga attesa vengano i fatti. “Sono sempre stato e sono ancora ottimista – scriveva nel 1998 quando lasciò la presidenza del Cociv – ma devo constatare come tutto sia stato e sia estremamente difficile. La crisi della prima repubblica, Tangentopoli, il blocco degli appalti e di tutte le opere pubbliche, l’opposizione della Fiat e della Regione Piemonte. Malgrado tutto siamo andati avanti e sono convinto che il progetto alla fine vedrà la sua realizzazione”.