Si può non essere d’accordo con il sindaco di Genova, Marta Vincenzi. Ma il gavettone che le è stato riservato ieri da uno psicolabile che le ha rovesciato in testa una bottiglia di acqua, oltre a essere un brutto gesto, dà il segno di quello che sta succedendo in città. Cioè della caduta in basso di un certo stile, anche nel rapporto tra politico e cittadino, che a Genova è sempre rimasto circoscritto al curioso e salace linguaggio del mugugno.
Ora tutta è cambiato. Qualche anno fa furono alcuni pseudo-ambientalisti a tirare torte in faccia a Burlando e Pinotti, ora un singolo se la prende con la sindaco, forse esasperato dall’essere senza lavoro. Una ragione drammaticamente seria che però non giustifica la bottigliata. Il guaio è che si ha la sensazione che ci sia una gran voglia di dileggiare le istituzioni e questo è pericoloso perché è molto più grave di una torta spiaccicata sul naso o di una ferrarelle al posto dello shampoo.
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