Il sindaco di Genova ha lanciato una campagna per la città pulita. Quello che da secoli fanno nei paesi civili, dalla Svizzera alla Germania, dalla libera Olanda alla Svezia. Non pulita dalla spazzatura che produciamo noi comuni mortali, ma dal luridume che viene generato dagli incivili. Sono quelli che liberamente sporcano i muri, con orrendi disegni che andavano di moda nella New York degli anni Cinquanta, con scritte vetero-anarchiche o semplicemente idiote che hanno un unico scopo: sporcare. Che poi si traduce in: danneggiare la città dove vivono migliaia di persone che non hanno il tempo e la voglia di girar di notte con lo spray in mano. Il sindaco Vincenzi fa benissimo anche a liberare la piazza davanti al teatro Carlo Felice, intitolata al cardinal Siri, dai clochard. Non perché i clochard devono essere “perseguitati”, ci mancherebbe, ma perché quella è una piazza-foyer dove oggi, purtroppo, non c’è profumo di musica ma odore di piscio umano. Su questa iniziativa sacrosanta di Marta Vincenzi applaudita dal centrodestra, il centro sinistra si è spaccato. Qualcuno vede la pulizia come una manovra “fascista” e “reazionaria”. Una città dove i muri dei palazzi (andate sulla spianata cantata da Caproni e beatevi delle sue lordure murali) sono imbrattati è più democratica, secondo questi consiglieri comunali. Democratici ma igienicamente deficitari. E ora avrete capito perché la sinistra continua a perdere voti.
Cronaca
La scopa di Marta
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