Cronaca

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Due donne sarebbero partite da Genova alla volta della Svizzera per sottoporsi all'espianto di un organo da vendere per far fronte alla condizione di miseria in cui versano ormai da mesi. Ad affermarlo è Rita Erba, portavoce dell'Associazione invalidi civili onlus, che tuttavia non ha sporto denuncia di scomparsa e dice di sperare in un loro finale ripensamento. Era stata la stessa Erba, ad aprile, a lanciare l'allarme sulla difficile situazione economica in cui le donne si trovavano e a raccontare ai giornali la loro intenzione di vendere gli organi per pagare le bollette ed acquistare cibo. "Dopo i riflettori accesi dai media - ha spiegato questa mattina la presidente dell'Associazione - le istituzioni si sono mosse per poi fermarsi di nuovo. Queste donne chiedevano di poter lavorare, ma nessuno le ha veramente aiutate". A prendere la decisione di sottoporsi all'espianto d'organi sarebbero una ragazza madre di 43 anni di origine ecuadoriana, con un figlio di 7, ed una genovese, separata, di 53, con un figlio di 15, invalida. Le due ad aprile avevano detto di offrire rispettivamente un occhio ed un pezzo di fegato.