Politica
Il ministro Ronchi (An) sulla moschea: "Referendum inevitabile"
1 minuto e 1 secondo di lettura
Adesso la moschea genovese diventa un caso nazionale, coinvolgendo anche il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi, di Alleanza nazionale, che oggi si è espresso a favore del referendum: "Dopo la raccolta di 1.600 firme in poche ore, il messaggio che arriva dalla cittadinanza è chiarissimo –afferma- e se la spinta popolare continuerà a svilupparsi in maniera così forte la consultazione diventerà uno sbocco inevitabile". Referendum sul quale si è dichiarato possibilista anche il presidente della Regione Burlando incassando il commento soddisfatto di Gianni Plinio, Matteo Rosso e Rosario Monteleone, promotori dell'iniziativa insieme a Fabio Broglia, che hanno inviato una lettera al sindaco chiedendo un incontro in settimana per illustrargliela direttamente. Occorre però sottolineare come la proposta stia determinando alcune crepe all’interno di Forza Italia proprio in Consiglio comunale. Alberto Gagliardi, infatti, pur dichiarandosi contrario alla moschea è anche contrario al referendum perché -dice- un partito di governo non può pensare di bloccare libere iniziative legate a fattori religiosi. Posizione che si scontra con quelle del Coordinatore regionale, Roberto Cassinelli e del capogruppo in Comune Raffaella Della Bianca, per i quali invece è indispensabile sentire i cittadini su un tema così delicato.
Ultime notizie
- Guardia di Finanza: in Liguria boom di lavoro nero nel turismo durante l'estate in Liguria
-
Destinazione Osaka, alla scoperta del Museo Chiossone eccellenza dell'arte giapponese
- Incidente in pista durante una gara, è morto il pilota imperiese Luca Sessolo
- Gaza, scontro in consiglio regionale: respinta richiesta di stop rapporti con Israele
-
Evasori totali: la guardia di finanza ne scopre due ogni tre giorni
- Ddl IA:Cavo: "Bene l'ok ora impegno su trasparenza e tutela autori"
IL COMMENTO
Fracchiolla dimesso solo da ruoli regionali, non da Genova Centro
Inchiesta corruzione a Genova: garantisti, giustizialisti e buoni gesti