Politica
Immigrazione, la Regione dice no ai centri di permanenza in Liguria
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L’Assessore alle Politiche dell’Immigrazione Enrico Vesco risponde in modo netto alla proposta del Ministro Maroni di raddoppiare gli ex CPT definiti CIE – Centri per l’identificazione e l’espulsione degli stranieri – che potrebbe riguardare anche la Liguria. “Sono totalmente contrario allo strumento dei Centri di Identificazione ed Esclusione – ha detto Vesco - inoltre reputo particolarmente preoccupante l’aumento da due a 18 mesi del tempo di detenzione durante il quale procedere all’identificazione del cittadino migrante, anche alla luce della tragica morte avvenuta sabato scorso nel Centro di Torino, dal momento che in queste strutture non viene fondamentalmente garantito il rispetto dei più elementari diritti umani. E’ sotto gli occhi di tutti l’inefficienza e l’inutilità di questi centri, come dimostrato dai documenti prodotti da una commissione parlamentare nella passata legislatura.” L’ assessore Vesco prosegue ribadendo che “la soluzione non può essere quella di allestire nuovi centri in caserme dismesse, ma piuttosto di chiudere le strutture nelle quali in passato si sono verificate le maggiori violazioni. Comunque non ritengo che la situazione della Liguria sia tale da richiedere la costituzione di un CEI. Penso piuttosto che si debbano urgentemente prevedere soluzioni alternative, a partire dal definitivo superamento della Legge Bossi-Fini che ha per prima creato una enorme confusione tra clandestinità e criminalità”. Secondo l’assessore regionale all’Immigrazione “è un errore molto pericoloso confondere chi delinque con chi semplicemente non è nelle condizioni di rientrare nelle restrittive e assurde regole di ingresso nel nostro paese, sempre più persone confondono questi due aspetti che vanno invece tenuti nettamente separati. Clandestinità e criminalità non sono la stessa cosa”.
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