Politica

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Giornata di colloqui a Palazzo di Giustizia di Genova. Il presidente della Regione, Claudio Burlando, è arrivato in procura alle 17.30 per essere sentito come teste dal Pubblico Ministero Walter Cotugno nell'ambito dell'inchiesta sul porto di Genova. Burlando è stato sentito perché il suo nome compare in alcune intercettazioni telefoniche e nell'agenda personale di Giovanni Novi ex presidente dell'Autorità Portuale. Burlando, prima di entrare nella stanza del magistrato, ha commentato: "Come si fa a trescare al telefono in questo periodo? Bisognerebbe essere proprio dei cretini...". Nel pomeriggio è stato sentito per quasi due ore anche Filippo Schiaffino, dirigente dell'Autorità portuale. Ex manager Piaggio, in porto dagli anni Ottanta, Schiaffino ha lavorato con cinque presidenti ed è stato commissario del Multipurpose dal 2003 al 2006. Al pm Walter Cotugno Schiaffino ha detto di non essere stato al corrente, nonostante la sua posizione di manager, di molte iniziative del presidente tra cui l'ingresso della Tirrenia nel Multipurpose. Parte dell'audizione del teste si è concentrata sui lavori fatti nel 2003 sui pontili del Multipurpose con fondi statali gestiti dall'Autorità portuale. Secondo Schiaffino sarebbero stati spesi non meno di un milione e mezzo di euro per asfaltature, scivoli e altre infrastrutture. E' un filone che la procura giudica importante in quanto legato ai risarcimenti percepiti dalla Culmv da parte dell'Autorità e quindi all'accusa di truffa a Novi. Schiaffino inoltre avrebbe spiegato che la Culmv avrebbe subito extracosti nella sua attività al Multipurpose ma in misura minore di quanto vantato. Su questo punto Schiaffino ha anche riportato il contenuto di una lettera, allegata agli atti del comitato portuale, in cui egli stesso invitava alla prudenza nella valutazione delle richieste della Culmv. In mattinata intanto il Gip Franca Borzone ha accolto la richiesta dei pm: ancora una settimana di arresti domiciliari per l'ex presidente del porto Giovanni Novi, che sarà liberato il 19 febbraio. "Sconcertante", hanno definito la decisione i suoi avvocati difensori.