cronaca

Si tratta della decima da inizio anno. Il segretario del SAPPe "Invito le alte sfere a raggiungerci per rendersi conto della situazione"
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Ennesima aggressione nel carcere di Sanremo. Nella giornata di oggi un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto di origine nordafricana, già noto per aver già compiuto azioni di questo tipo. L'uomo si sarebbe scontrato contro il funzionario di polizia senza un motivo apparente, coplendolo con pugni e persino una testata. Per l'agente è stata prevista una prognosi di circa dieci giorni.


"L’aggressione alla Polizia Penitenziaria è un replay sistematico" – annuncia il segretario del SAPPe Liguria Michele Lorenzo - "Sulla polizia penitenziaria si riversa tutta la mala gestione del sistema penitenziario. Siamo stanchi di queste continue aggressioni, siamo stanchi anche della gestione dei detenuti della Liguria. Non dobbiamo limitarci al commento dell'episodio, dobbiamo entrare nelle dinamiche e motivazioni delle aggressioni. Bisogna rivedere i circuiti penitenziari e soprattutto la gestione del detenuto nel carcere di Sanremo."


"E’ indispensabile – continua il SAPPe - dotare il carcere di strumenti idonei a contenere la follia aggressiva dei detenuti; siamo anche dell'idea che bisogna correre ai ripari; la polizia penitenziaria non può essere paragonata ad un "pungiball" del carcere, bisogna saper valutare la dimensione del danno prodotto al poliziotto penitenziario che nel solo carcere di Sanremo ha subito 10 aggressioni. Un carcere che oggi ospita ben 234 detenuti.

 
"Invitiamo – conclude Lorenzo - le alte sfere dell'amministrazione a prestare un giorno di servizio nel carcere di Sanremo per rendersi conto dell'entità del disagio lavorativo che oggi più che mai affronta da sola la polizia penitenziaria, invitiamo altresì i parlamentari liguri alla predisposizione di un’interrogazione al Ministro della Giustizia perché comprenda ed intervenga su questa inspiegabile scia di eventi critici nelle carceri liguri che produce un grosso stress lavorativo. Tutto questo non si può definire normale."