cultura

Al Teatro dell'Arca musica e spettacoli aperti al pubblico, tra cui "Delirio di una notte d'estate"
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Riparte la stagione teatrale del Teatro dell'Arca, dopo lo stop imposto della pandemia e i molti spettacoli online per tenere compagnia al pubblico ormai affezionato al singolare teatro racchiuso all'interno della casa circondariale di Genova Marassi. E' pur sempre un'esperienza significativa varcare le porte del carcere per poter assistere a spettacoli di compagnie professioniste, musicisti o di detenuti. 

"La prima parte della stagione è dedicata alla musica, si chiama Note d'Autunno e prevede una serie di concerti, il prossimo previsto sabato 6 novembre è con i Motus Laevus, spazia dal jazz all'elettronica, con strumenti antichi e contemporanei, influenzata dai ritmi africani e dell'Est", illustra il programma il direttore artistico Sandro Baldacci. I futuri appuntamenti saranno sempre musicali, con Ritmiciclando, sabato 20 novembre, El Pueblo Unido, sabato 4 dicembre e A Christmas Welcome sabato 11. Per partecipare basta prenotarsi online sul sito https://www.teatronecessariogenova.org

A inaugurare la seconda parte del cartellone sarà invece lo spettacolo messo a punto con la compagnia di detenuti e attori professionisti. "Parole di Primavera, questo il titolo della rassegna, vedrà il 19 aprile il debutto del nostro nuovo spettacolo al teatro della Corte che si intitola "Delirio di una notte d'estate", un adattamento del "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare. Abbiamo deciso di far leva sulla comicità, dopo questi due anni difficili, e tornare a far sorridere il pubblico", spiega la scelta Baldacci, regista dello spettacolo. "Puck non è più un folletto che somministra sostanze magiche, ma è una sorta di spacciatore che somministra sostanze meno magiche ma dai sicuri effetti stupefacenti". 

Obbiettivo dell'Associazione Teatro Necessario che da 15 anni opera all'interno del carcere è proprio quello di stimolare la riflessione su temi delicati da parte degli attori-detenuti e farli incontrare con i professionisti, in uno scambio con l'esterno e un confronto utile per il loro reinserimento nella società. Shakespeare in passato aveva già offerto alcuni spunti come il femminicidio con Otello o gli intrighi familiari con Romeo e Giulietta o ancora Amleto. 

"Già l'anno scorso siamo stati tra i pochissimi carceri a riuscire a portare a compimento il nostro programma, in parte online nel momento del lockdown, ma per loro siamo sempre stati presenti. Quest'anno la limitazione è data dal fatto che detenuti di sezioni diverse non possono lavorare assieme e stare a contatto, per cui abbiamo dovuto selezionare i nostri attori da una sola sezione, cosa limitante per l'attività che svolgiamo", commenta il regista. Un percorso che arricchisce tutti i partecipanti, dai 4 professionisti ai 17 detenuti che compongono il cast, ai quali viene insegnato il rispetto delle regole e per gli stranieri la lingua italiana. "Abbiamo poi una serie di laboratori di scenotecnica che per loro possono essere una esperienza da spendersi poi in futuro nel mondo del lavoro".