cronaca

Parla uno dei magistrati protagonisti nella fase delle indagini
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 “Non ci siamo stupiti dei silenzi iniziali. Successivamente qualche piccolo aiuto c’è stato, ma non da parte degli imputati principali, ma qualcuno si. Pentiti? Diciamo che qualcuno ha rianalizzato la propria e la altrui posizione”.

Il Procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio parla a Primocanale ai microfoni di Michele Varì nel giorno dell’inizio del processo sul crollo del ponte Morandi: “Si arriva finalmente a cominciare la fase della decisione - dice il magistrato - per quanto siamo in fase di udienza preliminare, è il primo passo verso la sentenza. Il momento più difficile è stato quello successivo al crollo: riannodare le fila, capire cosa fosse successo, fare indagini qui e anche a Roma non è stato semplice. Grazie alla Guardia di Finanza e a tutti gli operatori della polizia giudiziaria è stato possibile farlo in tempo tutto sommato rapidi”.

D’Ovidio ricorda Il software sofisticato utilizzato per mettere insieme a analizzare tutta la documentazione nella fase delle indagini: “E’ stato molto importante. La mole di documenti era talmente vasta che senza un supporto tecnologico di quel livello sarebbe stato complicato”.

Rispetto ai primi passaggi dell’udienza preliminare D’Ovidio non mostra preoccupazioni rispetto alla richiesta di ricusazione del giudice da parte dei legali di alcuni degli imputati: “Se anche fosse accolta si può risolvere in tempi brevi, la Corte d’Appello dovrebbe decidere rapidamente. Non sarà un ostacolo all’udienza preliminare. Non sarà quello il problema”.

D’Ovidio infine ringrazia la città per il supporto all’inchiesta: “Sentiamo la vicinanza dei genovesi. Ci sono continuamente manifestazioni di vicinanza sia della cittadinanza che delle istituzioni”.