cronaca

Vessazioni e richieste di denaro all'assassino di Antonella Multari nel carcere di Pontedecimo
3 minuti e 59 secondi di lettura
E' stato condannato a dieci anni di galera Angelo Eduardo Mero Delgado, l'ecuadoriano di 45 anni accusato di estorsione e lesioni continuate e aggravate in cella in danno di Luca Delfino, 44 anni, l'uomo di Serra Riccò che il 10 agosto del 2007 uccise a coltellate nel centro di Sanremo nel giorno del suo compleanno l'ex fidanzata Antonella Multari perchè lo aveva lasciato e fu anche sospettato del delitto di Luciana Biggi, genovese di Teglia sgozzata nel centro storico di Genova.

Oltre all'ecuadoriano, ora rinchiuso nel carcere di Biella e assistito dall'avvocato Monica Gheza,
per le estorsioni a Delfino è stato indagato anche un tunisino, Fahd Chebbi, 32 anni, difeso dall'avvocato Massimiliano Gazzolo, la cui posizione è stata stralciata perché irreperibile.

I presunti fatti risalgono alla primavera, fra l'aprile e il maggio del 2018 nel carcere genovese di Pontedecimo.

La pena a ben dieci anni a Delgado ha subito innescato polemiche, soprattutto sui social, perchè di fatto la vittima delle sue violenze, Luca Delfino, invece è stato condannato a soli sei anni e otto mesi in più pur avendo commesso un efferato femmicidio annuciato ed essendo pregiudicato per altri reati contro donne, lesioni, rapine, e già indagato per l'omicido di un altra ex compagna, reato da cui è stato poi scagionato.
  
Proprio dal clamore suscitato in tutta Italia dall'omicidio di Antonella Multari
da parte di Delfino, dal dolore e la rabbia dei genitori della ragazza che accusarono, sicuramente con qualche ragione, polizia e inquirenti di non avere fatto il possibile per evitare un omicidio annunciato si è poi arrivati ad adeguare le leggi sullo stalking e sui femminicidi che oggi grazie procedure più rapide permettono alle forze dell'ordine di fermare con divieti e prescrizioni un soggetto ritenuto pericoloso.

Delfino prima di uccidere la Multari era stato lasciato libero di muoversi in tutta la Liguria senza nessuna restrizione pur essendo indagato per un altro delitto, l'omicidio nei vicoli di Genova di una sua ex, Luciana Biggi, sgozzata in vico San Bernardo pochi minuti dopo avere litigato ed essere stata minacciato di morte davanti a testimoni da Delfino. Dalle intercettazioni telefoniche si evinceva che l'indagato era in condizioni psichiatriche precarie e stava frequentando un'altra ragazza nell'imperiese: eppure nessuno si preoccupò di limitare gli spostamenti all'indagato, di fatto un soggetto pericoloso che poteva reiterare il reato per cui era indagato.

Ma torniamo ai fatti che vedono Delfino vittima e non carnefice: tutto era cominciato quando l'uomo, ora detenuto nel carcere di Ivrea, si era presentato all'infermeria del carcere di Pontedecimo dove vengono detenuti i responsabili di reati contro donne e minori, con alcune ecchimosi al volto e alle spalle, raccontando di essere stato minacciato, aggredito e costretto a inginocchiarsi e umiliato dai due compagni.

Secondo quanto denunciato dal killer i due detenuti lo avevano vessato più volte, picchiato, costretto a atti sessuali e a fare la spesa nello spaccio della casa circondariale e a consegnargli tutto. Non solo: lo avrebbero inoltre costretto a nominare e pagare l'avvocato di uno dei due.
Chebbi in un'occasione lo avrebbe anche colpito al viso con il bastone di una scopa e gli ha stretto al collo una maglia dicendogli "muori, muori", mentre Delgato lo colpiva con pugni alla schiena e alla testa.

I due avrebbero agito perchè consapevoli che Delfino non avrebbe mai reagito per evitare di aggravare la sua posizione giuridica e compromettere così la possibilità di potere un giorno ottenere dei permessi e uscire dal carcere prima della fine della pena.

Grazie alle udienze del processo in cui è stato condannato uno dei due suoi aguzzini, Luca Delfino è tornato insieme al suo avvocato Riccardo Lamonaca in un'aula del tribunale di Genova e ha assistito in presenza al processo. Quando ha appreso della condanna Delfino ha ringraziato a lungo il suo legale, "è la fine di un incubo".

Luca Delfino è in galera dal 10 agosto del 2007 per avere ucciso a coltellate l'ex fidanzata Antonella Multari nel centro di Sanremo. Per quel delitto, un classico femminicidio, è stato condannato a 16 anni e 8 mesi ma dovrà scontare in tutto circa vent'anni per un cumulo di pene che comprende anche una alcuni reati satelliti. In linea teorica potrebbe ottenere la semilibertà, anche se non ha ancora presentato domanda, preferendo - ha fatto sapere tramite l'avvocato Lamonaca- scontare per intero la pena.

In realtà Delfino come disposto dai giudici che lo hanno condannato per il femminicidio di Sanremo non può tornare libero senza un'accurata perizia psichiatrica in grado di stabilire che non è un soggetto pericoloso, non è soprattutto pericoloso per le donne che frequenta: eventualità non facile da realizzarsi visto i tanti procedimenti penali che ha accumulato nel corso degli anni e quasi sempre per reati perpetrati contro donne.