porti e logistica

Liguria a rischio infiltrazioni in economia post Covid
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 Il porto di Genova "si posiziona prima di Gioia Tauro e di Livorno" come hub per il traffico di cocaina, col il 39,67 per cento di tutta la polvere bianca sequestrata a livello nazionale. E' quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia, presentata in settimana in Parlamento, nella sezione che riguarda la Liguria. In tale ambito "un dato ormai assodato - si legge nel documento - è il coinvolgimento delle espressioni 'ndranghetiste radicate sul territorio che risultano in grado di avvalersi di basi logistiche liguri per l'importazione di cocaina".


Le cosche, secondo gli investigatori, non si occupano solo di droga, ma in Liguria potrebbero infiltrarsi anche nei settori terziari piegati prima dal crollo del ponte Morandi e poi dalla pandemia. "Il tessuto socio-economico può essere esposto all'ingerenza dei clan mafiosi che si propongono come welfare parallelo grazie alla forza economica di cui dispongono ricorrendo a pratiche usurarie e alle estorsioni anche al fine di infiltrare il circuito legale".

"La dimensione imprenditoriale - conclude il documento - tipica delle cosche che operano fuori dai territori di origine si traduce nella tendenza a infiltrare i settori più redditizi dell'economia legale per il reinvestimento delle risorse di provenienza illecita. Frequente è emersa la capacità delle cosche calabresi di connettersi con esponenti della c.d. area grigia tra i quali figurano imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e amministratori locali".