E' stato condannato a due anni e otto mesi, con rito abbreviato, S.S., arrestato a marzo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore della Dda genovese Federico Manotti, l'uomo per riavere indietro i soldi investiti in auto di lusso aveva iniziato a minacciare il commerciante tramite un presunto affiliato alla cosca 'ndranghetista coinvolta nella strage della pizzeria di Duisburg (nella foto)).Oltre a S. era stato arrestato anche C.R., titolare di hotel nel capoluogo ligure e in Valle d'Aosta. Quest'ultimo è stato rinviato a giudizio. La vicenda, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, risale all'estate 2020. La vittima era un commerciante d'auto di origine romena, che di fatto era intestatario fittizio di una serie di veicoli di alta gamma usati da professionisti genovesi, tra cui R., che nel tempo aveva avuto la disponibilità di una Bentley Continental e di una Bmw.
Le auto erano state sequestrate a gennaio 2020 nel corso di una indagine della finanza. A quel punto R. aveva iniziato a chiedere al venditore d'auto, in maniera via via sempre più insistente, di riavere i soldi già investiti senza però riuscirci. L'imprenditore alberghiero si era rivolto a S. (difeso dagli avvocati Raffaella Multedo e Mario Iavicoli) che si era presentato alla vittima come esponente della 'ndrangheta, con collegamenti con la cosca coinvolta nella strage di Duisburg (Germania), facendo anche aumentare gli 'interessi' fino a fare lievitare la cifra a 70 mila euro. Dopo le pesanti minacce il venditore d'auto aveva deciso di rivolgersi alla squadra mobile ed era stato organizzato un incontro "monitorato" da microspie a cui poi sono seguiti gli arresti.
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