Fino al 2020 "il 75% dei tunnel liguri era fuorilegge". Così il pool di esperti nominati dalla procura di Genova nella nuova consulenza chiesta dai pm Walter Cotugno e Stefano Puppo, coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto, nell'inchiesta sul crollo della galleria Bertè in A26 nel dicembre 2019. I tecnici già scrissero che la Bertè aveva "gravissimi ammaloramenti" in un contesto di "inadeguati monitoraggi" negli anni. Sono 21 gli indagati nell'inchiesta sulle gallerie, a vario titolo, per crollo colposo, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. L'indagine verrà chiusa in autunno. Il fascicolo sulle gallerie, in mano al primo gruppo della guardia di finanza, è stato riunito insieme a quello sulle barriere fonoassorbenti pericolose e a quello sui falsi report sui viadotti. In tutti e tre risultano iscritti, tra gli altri, l'ex ad Giovanni Castellucci e i due ex dirigenti Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli.
Erano stati i giudici del Riesame a sottolineare come "gli indagati hanno compiuto azioni e omissioni relative praticamente a tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione e adeguamento nell'ambito della gestione delle autostrade". Nel corso delle indagini dopo il crollo del ponte Morandi, i tecnici di Spea avevano svelato che i controlli in galleria avvenivano in macchina ai 60 all'ora e al buio.
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