
“Nel momento in cui terminano i congressi, terminano anche le divisioni interne. Non possiamo pensare a un partito democratico con un uomo solo al comando. Segreteria allargata a chi ha sostenuto Romeo? Diciamo che serve il contributo di tutti”.
Il discorso vira poi sulle prossime elezioni comunali di Genova e sulla scelta del candidato: “Sulla base dei programmi si possono individuare le persone giuste, partendo da un presupposto: la discussione non può partire dal fatto che il candidato debba o no essere iscritto o avere la tessera del partito democratico. Penso che il nostro obiettivo deve essere quello di scegliere la persona più forte, solida e rappresentativa di un programma che andremo a comporre nelle prossime settimane”.
E poi sui confini della alleanza da costruire e in particolare sui rapporti con il Movimento 5 Stelle D’Angelo dice: “Troppo spesso è stata incentrata la discussione sulle alleanze partitiche o troppo raramente sulle alleanze sociali. In prima battuta dobbiamo costruire rapporti con le forze economiche, sociali e solidali in opposizione a chi amministra oggi questa città. Poi guardiamo anche alle forze politiche”.
IL COMMENTO
Caro Rossi, ti racconto di quando la politica si mise insieme per il bene di Genova
Ex Ilva: Cornigliano ha già dato molto, almeno possa pronunciarsi sul piano