cronaca

Sulle proteste dei lavoratori, l'assessore Benveduti aggiunge: "Cassaintegrazione per migliaia di lavoratori va motivata"
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"Il Consiglio di Stato dice no alla chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto. Ora avanti con gli investimenti per dare un futuro all'acciaio italiano. Da Taranto a Genova fino a Novi Ligure". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dopo la sentenza del Consiglio di Stato sull’area a caldo dello stabilimento di Taranto dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia.



L'assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti afferma che: "Siamo contenti della decisione del Consiglio di Stato, che finalmente sancisce il diritto nazionale di perseguire una produzione strategica di acciaio in Italia. Siamo confidenti che da qui riparta il rilancio del settore, in favore di stabilimenti sempre più efficienti e meno impattanti, che garantiscano lavoro e sviluppo. Quelli di Genova e Novi Ligure sono siti produttivi che, al pari di Taranto, hanno ampi margini di sviluppo per l’intera industria. Dopo tanti anni di ambiguità, è ciò che i lavoratori si meritano”.


In merito alle proteste dei lavoratori, l’assessore Benveduti aggiunge: “Ci dispiace che questi giorni di sciopero abbiano creato ulteriori problemi al traffico di una città, come Genova, già vessata da problemi infrastrutturali e logistici dovuti ai cantieri sulla rete autostradale. Ci rendiamo conto tuttavia che la decisione, inspiegabile e inspiegata, di ricorrere alla cassa integrazione per quasi mille dipendenti genovesi meriti appropriate motivazioni, rischiando altrimenti di essere inaccettabile per i lavoratori coinvolti".