cultura

L’omaggio all’Ulisse di Joyce nell’ambito del Festival Internazionale di poesia ‘Parole spalancate’
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Chi domani dovesse trovarsi a passare per il centro storico genovese non si stupisca se gli capiterà di incontrare persone apparentemente un po’ bizzarre che leggono ad alta voce le pagine di un libro. Sono attori professionisti e non, letterati o semplici appassionati, giovani e meno giovani, gente comune, tutti volontari, impegnati in qualcosa che unirà centinaia di città in tutto il mondo. Perché pure Genova dalle 9 alle 21 farà da cornice al ‘Bloomsday’ con una lettura itinerante dell’Ulisse di Joyce, uno dei libri più importanti della letteratura del secolo scorso e tra le pietre miliari nella genesi del romanzo moderno.



L’iniziativa rientra nel programma del Festival Internazionale ‘Parole spalancate’, la più longeva e importante manifestazione italiana di poesia, nata nel capoluogo ligure nel 1995 da un’idea di Claudio Pozzani che ancora la organizza. Nel corso degli anni ha portato in città oltre 1700 tra poeti scrittori e artisti vari come i premi Nobel per la letteratura Walcott, Soyinka e Cotzee, poeti come Mutis, Ferlinghetti ed Evtushenko, scrittori come Vasquez Montalban e Maraini, registi come Greenaway e Gitai, musicisti come Vecchioni, Capossela e Caparezza. Perfino Lou Reed che presentò qui un suo libro di poesie. Come sempre è Palazzo Ducale che ospita la maggior parte degli appuntamenti previsti, tutti gratuiti anche se per motivi legati alla sicurezza occorre prenotarsi sul sito www.parolespalancate.it dove si può trovare il programma dettagliato della manifestazione che si concluderà sabato.


Ma per il ‘Bloomsday’ non c’è bisogno di nulla, basterà perdersi tra i vicoli della città vecchia, tanto prima o poi qualcuno che legge l’Ulisse si finirà per incontrarlo in una delle ventitré postazioni approntate. Un’usanza, questa, che nacque nel 1950 a Dublino (Joyce era un dubliner) in occasione del trentennale della pubblicazione del libro e che da lì ha preso piede un po’ in tutto il mondo. Se è arrivata in Italia – dove adesso è organizzata in molte altre città - è merito proprio del Festival della poesia di Genova, il primo a dar vita all’appuntamento nel 2005. Il nome non è casuale e la data neppure: non solo perché ciò che racconta l’autore irlandese nel suo capolavoro è quanto accade al protagonista Leopold Bloom il 16 giugno 1904 ma anche perché Joyce, con un romanticismo forse in lui insospettabile, aveva scelto quella data perché la riteneva speciale essendo il giorno in cui era uscito per la prima volta con Nora Barnacle, la donna di cui era innamorato, che poi avrebbe sposato e con cui trascorse il resto della sua vita.


Una maratona, quella di domani, che dunque unisce amore e letteratura dove ogni lettura rivivrà in luoghi attinenti alle vicende raccontate (bar, librerie, osterie e via dicendo). E chi proprio dal centro storico non passerà potrà dare comunque un’occhiata a ciò che sta accadendo sfruttando lo streaming sul sito del Festival o sulla pagina Facebook ‘bloomsdaygenova’.