Dice Mattia Crucioli, senatore della Repubblica, ex Cinque Stelle e oggi animatore di Alternativa c'è: "Se vuole, il Mit può fermare l'accordo per l'acquisto di Autostrade da parte di Cassa depositi". È la conferma da uno "di dentro", attraverso Primocanale, che dare 9 miliardi ai Benetton, più amenità varie, per restituire la concessione delle autostrade dopo che si sono fatti crollare il ponte Morandi non è affatto una scelta senza ritorno.
Alla fine, tutta questa storia è e resta soltanto una questione politica. Come lo è la vendita, eventuale, di Automazione, lo è il destino incerto dell'ex Ilva, lo è, tanto per rimanere a Genova, il progressivo disimpegno della mano pubblica dal mondo imprenditoriale locale. E lo è, per tornare alle autostrade, tutto il casino dei cantieri che stanno facendo della Liguria un luogo da evitare. Altrimenti o si rischia di non arrivarci oppure di non farcela ad uscirne.
Ciò che non finisce di sorprendere è la faccia di bronzo con la quale i partiti e spesso i loro leader prima fanno, o non fanno, una cosa, e poi vanno in piazza per rivendicare esattamente l'opposto. È vero che noi italiani siamo abituati a un po' di tutto, ma francamente c'è un limite.
Già negli anni scorsi il segnale arrivato dagli elettori dovrebbe essere stato chiaro e forte, con le altissime percentuali di astensioni dal voto. Se mai non fossero bastati, ecco che alle Primarie del centrosinistra di Torino il numero dei votanti è stato inferiore a quello delle firme raccolte per le candidature.
Insomma, a dirla tutta, ormai gli italiani sono stufi di una politica che fa e disfa convinta che nessuno si accorga di certe gravi contraddizioni. Oh, ma chi ha fatto il contratto capestro per dare ai Benetton le autostrade? Chi ha omesso ogni vigilanza mentre la Famiglia e gli altri azionisti lucravano dividendi in assenza totale o parziale di manutenzione? Chi ha accettato che la concessione venisse ricomprata dallo Stato, anziché essere revocata o cancellata per il venir meno del rapporto fiduciario con Autostrade, quindi con Atlantia, quindi con i Benetton?
È stata sempre la politica. Spesso, gli stessi personaggi che oggi fanno la morale alla Famiglia, che si stracciano le vesti per il crollo del Morandi, che dicono al comitato familiari delle vittime che sì, hanno mille ragioni. Ma poi ci rifilano la bufala della ineluttabilità della decisione: miliardi di euro ai Benetton per chiudere la partita.
Crucioli per fortuna non appartiene a quella genia di politici e ci spiega che il re è nudo. Senza infingimenti. Primocanale, anche attraverso il suo editore Maurizio Rossi, con le sue iniziative di quando sedeva a Palazzo Madama, da anni prova a smascherare questo gioco perverso. Le battaglie vanno combattute fino in fondo e non bisogna darsi per vinti, soprattutto quando si tratta di battaglia giuste. Ma certo resta l'amarezza di dover dedicare risorse e sforzi che meriterebbero altre destinazioni che non fatti normali. Se la politica italiana fosse appena appena normale e non fatta da tanti, troppi quaquaraquà.
cronaca
Autostrade, i miliardi ai Benetton e una politica di quaquaraquà
Verso la manifestazione del 18 giugno
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