cronaca

Giampedrone: "Diciotto mesi totali di lavori, attendiamo le cifre da autostrade"
2 minuti e 14 secondi di lettura
 Non c'è pace per gli abitanti dell'area del viadotto Bisagno di Genova, che necessita di importanti interventi di manutenzione che bloccheranno i residenti per almeno 18 mesi a cui si aggiungono tutti i disagi già subiti negli anni e la grande paura, per i materiali che si sono distaccati e per il continuo rischio per la loro sicurezza.


Ora è il momento - dopo averlo chiesto a gran voce - di capire cosa ne sarà di loro e in che modo verranno (e se verranno) supportati da Aspi. La sensazione però è quella di una "pistola puntata alla tempia", come racconta a Primocanale Chiara Ottonello, portavoce del Comitato abitanti sotto ponte Bisagno.

"Ci stanno puntando una pistola alla tempia per fare quel che vogliono loro in condizioni non umane e non democratiche. Ho due figli, un lavoro, ogni anno e mezzo devo cambiare casa per pochi euro?"

Di cifre ancora non si è parlato, per ora c'è un tavolo tecnico tra regione e concessionaria che va avanti e sta definendo tecnicamente durata e modalità dei lavori: nella riunione informale e tecnica di ieri per la prima volta è stato sottoposto il progetto di smonataggio e rimontaggio del cantiere in condizioni di sicurezza. I tempi: due mesi per lo smontaggio, 4 per il rimontaggio, altri 12 mesi di fasi di cantiere.

Totale: 18 mesi ancora per chi risiede sotto al viadotto.

Lo spiega a Primocanale l'assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Raoul Giampedrone: "Immaginiamo che lunedì alla prossima riunione del Pris (Programmi Regionali di Interesse Strategico) autostrade si presenterà con una proposta risarcitoria che sarà diversa da quel che si aspettano i cittadini che vogliono essere ricollocati altrove come è accaduto per il ponte Morandi".


"Ancora non ci hanno parlato di cifre, lunedì vedremo uno schema di risarcimenti che a mio avviso sarà almeno di due tipi: un risarcimento più grande per chi decide di restare e uno inferiore per chi decide di andar via per il tempo del cantiere. Resta da capire a che periodo sono riferite e se tutte le zone residenziali sono trattate allo stesso modo e se tutte le zone sono uguali o se ci sono zone più o meno interferite dai lavori", continua Giampedrone.


Una volta messo nero su bianco questa cifra, ci sarà un incontro con i comitati dei residenti
per presentare loro la proposta. Ma la paura anche stavolta è che oltre al danno ci sia la beffa: cifre ridicole "dopo tutto quel che è successo in questi anni, i disagi subiti, la paura, e ora arrivano i ricatti", conclude la Ottonello.