cronaca

Nessuna limitazione per il numero di posti al tavolo all'esterno
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"La zona bianca rappresenta un momento di gioia, poter tornare a lavorare quasi come prima significa avere più dignità". Pensando alla fine del coprifuoco a partire da lunedì 7 giugno Felice Zingarelli, tra i ristoratori più conosciuti del centro di Genova, si commuove, gli occhi diventano lucidi ed è un po' come se in quelle lacrime ci fossero le preoccupazioni, le notti in bianco di questi mesi e ora davanti il ritorno alla normalità.


"C'è tanto entusiasmo negli occhi della gente, c'è voglia di uscire, è un po' come il primo giorno di scuola ed è fantastico - racconta dal dehors di piazza De Ferrari - ci sono i genovesi che stanno uscendo di nuovo e si cominciano a vedere anche i primi turisti dal mio piccolo osservatorio ci sono i tedeschi, i francesi e anche gli svizzeri che cominciano a ritornare".


Un anno e mezzo difficilissimo che ha portato molte attività a chiudere per sempre e le altre a indebitarsi oppure a usare i risparmi messi da parte. "Siamo riuscite a reggere l'urto attingendo ai nostri risparmi - spiega Felice - abbiamo cercato di aiutare anche il nostro personale per la cassa integrazione, per conservare la squadra e avere la squadra pronta per la partenza e così abbiamo fatto ripartendo con le stesse ragazze e ragazzi di sempre e siamo riusciti a integrarli anche con altri nuovi".


Se il 7 giugno grazie alla zona bianca rappresenta una data cerchiata di rosso per tutti i liguri, lo è ancora di più per ristoratori e baristi, per chi insomma sa di poter tenere aperto senza limitazioni di orario fino a quando ha clienti nel suo locale senza dover mandare via nessuno.


Da una parte un sentimento di libertà dall'altro di emozione.
"Il 7 giugno è un giorno di forte entusiasmo tanto da rompere la voce - racconta commosso Felice - il fatto di tornare alla normalità ci fa sentire più dignitosi, poter lavorare, poter affrontare la quotidianità senza nessun problema ci riempie di orgoglio e di gioia".


Gli occhi di felice si riempiono di lacrime, per una volta negli ultimi mesi sono lacrime di gioia
, lui arrivato a Genova dalla Puglia 21 anni fa e destinato a rientrare dopo uno stage di pochi mesi e che poi la vita ha fatto restare nel capoluogo ligure.


Cosa cambia da domani? "Non ci sono più limitazioni di orari, c'è la possibilità di mangiare in più persone all'aperto senza il limite di 4 mentre all'interno ci sarà sempre la solita distanza di un metro però il numero massimo al tavolo passa da 4 a 6 a meno che non si sia congiunti".


Un momento di speranza e rinascita che Felice sintetizza con una delle ultime creazioni dello chef Alessandro: "E'la rivisitazione di uno dei grandi classici che sono i pansoti: li facciamo ripieni di prebuggiun raccolto dallo zio di Alessandro al Righi, fatti in casa e poi invece di essere conditi con la salsa di noci noi facciamo una salsa di nocciole con le nocciole di Chiavari che sono un presidio Slow Food che sono 7 tipologie diverse di nocciole".


Una ricetta che racchiude anche il significato dell'economia circolare che rappresenta un ristorante: "Se un locale è aperto lavora anche il macellaio, il pescatore, l'allevatore, la lavanderia e molti altri - sottolinea - ecco perchè i soldi del conto non si fermano solo al ristoratore".


Di questo tempo di pandemia l'unica nota positiva è stata la possibilità di vedere molti dehors sparsi per la città, anche se non tutti hanno avuto questa occasione. "Ringrazio il comune di Genova per averci dato questa immensa possibilità perché questa sicuramente è una delle più belle location di Genova - conclude - ma penso che per la città dovrebbe essere un'esperienza da portare avanti perchè porta allegria, porta gioia, porta movimento di persone e la città sembra più viva e quindi tutto aiuta".