Mariangela è di tempra forte: si presenta all'appuntamento con Presa Diretta (in onda domenica alle 14.30 su Primocanale), con una gonna, stivali di gomma e una magliettina a maniche corte, anche se lassù ad Acero alta, Comune di Borzonasca, l'aria è ancora parecchio fresca. Solleva quattro secchi di mangime per le mucche come fossero sacchettini, e li trasporta nella stalla dove vivono le due dieci mucche: "Io ci sono affezionata, ci patiscono quando muoiono o qundo le vendiamo" ci racconta mentre agita il bastone per tenere lontano l'enorme tacchino Pompeo, che ci vorrebbe beccare. "Sono nata a Sopralacroce ma quando mi sono sposata sono venuta a vivere qui. E' da quando ho finito le scuole medie che lavoro con le mucche, non sono mai andata a fare altro. Mio figlio che oggi ha trent'anni, però, vorrebbe cambiare vita perchè con il latte che vendiamo al caseificio è sempre più difficile campare".
Mariangela non vuole sentire parlare di vacanze: "Non mi piacciono, per me andare fino a Chiavari o a Borzonasca è già fin troppo. Mai fatta una vecanza in vita mia, solo tre giorni alle Cinque terre e a Portovenere in viaggio di nozze". Già, perchè le mucche tengono impegnati tutti i giorni, non ci sono feste".
Come Mariangela orami poche donne rimangono a fare questo lavoro: a Recroso, sempre nel Comune di Borzonasca, conosciamo anche Irene e sua figlia Laura, con il nipotino Paolo che a cinque anni chiama le mucche per nome, le galline, parla in dialetto e ama stare con gli animali: "Io vorrei rimettere a posto alcuni terreni - spiega Laura - per poter portare le mucche al pascolo e continuare a portare avanti questo lavoro ancora più in modo biologico".
Segno che le fatiche, come quella di portare le mucche al pascolo in estate, avanti e indietro due volte al giorno, o "fare il fieno" non stufano, anche se il tempo passa e questi scampoli di vita campestre a pochi chilometri dal mare sembrano appartenere al passato.
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