In "assenza di parametri predeterminati dalla legge per stabilirne la pertinenza con l'attività dei gruppi" le spese degli ex consiglieri regionali della Liguria possono essere considerate "lecite". E' quanto scrivono i giudici della corte d'appello di Genova nelle 104 pagine di motivazioni per l'assoluzione di Edoardo Rixi e altri ex politici regionali nel processo sulle cosiddette spese pazze. Le 'spese pazze' degli ex consiglieri regionali liguri erano in realtà tutte lecite, in assenza di "parametri predeterminati dalla legge" per stabilirne la pertinenza con l'attività dei gruppi. In primo grado Rixi era stato condannato a tre anni e cinque mesi. Il processo riguardava le spese non ritenute congrue all'attività politica negli anni dal 2010 al 2012, quando era capogruppo regionale della Lega. L'accusa era di peculato e falso. Anche le spese di ristorazione "possono essere connaturate all'attività del consigliere, purché non siano abnormi, incongrue e irrazionali".
E quindi, sottolineano i giudici, "può rientrare nell'attività politica anche quella svolta fuori dall'aula consiliare ma anche ad ogni altra attività comprensiva a promuovere, mantenere e rafforzare il rapporto con gli elettori". "Attività esperibile soprattutto nei momenti liberi da impegni consiliari (pausa pranzo) e di possibile presenza sul territorio con disponibilità di tempo libero da parte dal potenziale interlocutore (cena), caratterizzate in re ipsa dall'assenza di pubblicità".
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