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In primo grado Rixi era stato condannato a tre anni e cinque mesi. Il processo riguardava le spese non ritenute congrue all'attività politica negli anni dal 2010 al 2012, quando era capogruppo regionale della Lega. L'accusa era di peculato e falso. Anche le spese di ristorazione "possono essere connaturate all'attività del consigliere, purché non siano abnormi, incongrue e irrazionali".
E quindi, sottolineano i giudici, "può rientrare nell'attività politica anche quella svolta fuori dall'aula consiliare ma anche ad ogni altra attività comprensiva a promuovere, mantenere e rafforzare il rapporto con gli elettori". "Attività esperibile soprattutto nei momenti liberi da impegni consiliari (pausa pranzo) e di possibile presenza sul territorio con disponibilità di tempo libero da parte dal potenziale interlocutore (cena), caratterizzate in re ipsa dall'assenza di pubblicità".
IL COMMENTO
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