C’è anche Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua, tra le persone arrestate in Francia su richiesta dell’Italia. In manette sette persone: sono considerati brigatisti, esponenti di nuclei armati e di movimenti dell’estrema sinistra coinvolti in episodi di terrorismo negli anni ’70 e ’80.
Pietrostefani era stato condannato per l’omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi, avvenuto a Milano nel 1972.
Ad accusarlo, 16 anni dopo il crimine, fu Leonardo Marino, conosciuto nel levante ligure come il pentito di Lotta Continua che vende crepes in una bancarella di Bocca di Magra. In realtà Marino non ebbe mai il ruolo di ‘collaboratore di giustizia’. Fu decisivo con le sue testimonianze, ma non ebbe riconosciuti aiuti economici e continuò la vita da ambulante.
Nel 1988 Marino, incensurato, si presentò spontaneamente ai Carabinieri di Ameglia e raccontò di aver partecipato come autista al delitto. E fece il nome del complice Ovidio Bompressi e quello dei mandanti: Sofri e, appunto, Pietrostefani, tutti militanti di Lotta Continua. Nel luglio dello stesso anno scattarono gli arresti. Poi Marino venne dichiarato colpevole, scontò alcuni mesi di carcere preventivo e alcuni anni di arresti domiciliari, poi la condanna cadde in prescrizione. Sofri, Peitrostefani e Bompressi vennero invece condannati inizialmente a 22 anni, poi ridotti a 16.
Nei primi anni ’80 Marino aveva ottenuto un lavoro come custode in una villa, dove aveva insieme alla compagna, avevano un salario e l’alloggio. Poi, dopo alcuni problemi di convivenza, fu costretto a cambiare lavoro e si reinventò venditore ambulante di crepes, bibite e panini..
A seguito dello scioglimento di Lotta Continua Marino continuò ad occuparsi di politica, mantenendo rapporti con gli esponenti della sinistra sarzanese. Dopo anni raccontò che a convincerlo a costituirsi fu il senatore del PCI Flavio Luigi Bertone, a cui aveva confessato per primo quanto era accaduto. E comunque, dopo il pentimento, Marino fu oggetto di una campagna per screditarlo, soprattutto in alcuni ambiti della sinistra. E, nonostante le condanne, il paese si divise su Sofri e Pietrostefani, tra innocentisti e colpevolisti.
Pietrostefani si rifugiò in Francia dopo aver scontato due anni di carcere su sedici. Il reato si prescriverà nel 2027. Per la giustizia francese non era considerato estradabile, anche se prima d’ora non c’erano mai state richieste ufficiali da parte dell’Italia. Sofri invece ha scontato la pena ed è stato scarcerato, dopo un periodo in semilibertà, nel 2012. Entrambi si sono sempre dichiarati non colpevoli.
Con Pietrostefani di Lotta Continua, sono stati arrestate oggi in Francia altre sei persone accusate di atti di terrorismo: si tratta di Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi delle Brigate Rosse e Narciso Manenti dei Nuclei Armati.
L’operazione è stata condotta dall’Antiterrorismo francese in collaborazione con la Criminalpol, l’Antiterrorismo della Polizia italiana e gli esperti per la sicurezza della polizia italiana a Parigi.
cronaca
Omicidio Calabresi, arrestato in Francia Pietrostefani: lo accusò il 'pentito' che vende crepes a Bocca di Magra
La storia di Leonardo Marino, ambulante di Ameglia ed esponente di Lotta Continua
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